Visual Novel e Nintendo Switch: uno sguardo al futuro

5 min.
18.09.2017
A ruota libera


Se c’è qualcosa che ho imparato nei miei lunghi e numerosi anni di carriera videoludica, questo è che definire il “videogioco” è molto più complesso di quanto possa sembrare. Anche cercando un po’ su internet ho notato che nessun dizionario o enciclopedia mi dava una risposta davvero soddisfacente.

Pur facendo parte di un unico medium, infatti, i titoli che possiamo giocare sulle nostre console sono fin troppo diversi tra loro per poter dare una definizione non generale. Alcuni sono cooperativi, altri competitivi. Alcuni raccontano una storia, altri sono puro gameplay, in stile arcade. Non è nemmeno possibile limitarsi a considerare i prodotti legati alle console videoludiche, in quanto è impossibile negare l’importanza del PC gaming, ma anche del mercato mobile.

Tale difficoltà di definizione, ovviamente, non aiuta a risolvere una controversia che ormai dura da diverso tempo, ossia quella riguardante l’effettiva natura delle visual novel. Possono essere davvero considerate dei videogiochi, pur non avendo un vero gameplay? Vanno viste come libri, pur offrendo molto di più rispetto ad essi?
Facciamo un passo indietro. Cos’è una visual novel? Anche in questo caso, non c’è una definizione univoca, ma potremmo dire che si tratta di un determinato medium espressivo che, attraverso l’uso di testo, suoni e immagini, vuole narrare una storia. A livello pratico, all’avvio di un titolo di questo genere vedremo comparire un’immagine come sfondo, i personaggi in scena e delle parole, ossia gli eventuali dialoghi oppure le parole del narratore. Alla pressione di un pulsante, il testo procederà, i personaggi e gli scenari cambieranno, il tutto accompagnato da una colonna sonora e a volte addirittura dal doppiaggio. Tutto qui, almeno alla base. Il medium si è evoluto e complicato, ovviamente, dunque comune è la presenza di scelte, ora minori, ora di estrema importanza, che possono portare a variazioni anche sostanziali dell’esito della storia. Sono presenti perfino visual novel ibride, dotate di gameplay ora più ora meno preponderante.

Tra le serie di VN disponibili su console Nintendo, Ace Attorney è senz’altro la più conosciuta.

Molti di voi avranno già pensato ad un po’ di titoli, ormai. Chiunque sia appassionato di videogiochi, specialmente in ambito Nintendo, avrà sentito parlare della serie Ace Attorney, che permette di impersonare, almeno nei primi capitoli, le vesti dell’avvocato difensore Phoenix Wright e risolvere i numerosi casi che si troverà ad affrontare. Esatto, quella è una visual novel, benché a suo modo “ibrida”, in quanto dotata di un gameplay, comunque collegato alla narrazione.
Ma non limitiamoci al mainstream. Se scendiamo leggermente più nella nicchia, abbiamo la trilogia di Zero Escape, opera di Kotaro Uchikoshi, il cui primo capitolo, 999: Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors, ha dato il via ad un convoluto intreccio di viaggi nel tempo e parascienza, il tutto con diverse sessioni di gameplay in stile escape room.

Potrei andare ancora più indietro, citare Hotel Dusk, Another Code, o addirittura il 1988 con Detective Club, ma al momento preferisco guardare al futuro. Non sto infatti tirando fuori l’argomento dal nulla, è stata Nintendo a costringermi a farlo con alcuni annunci degli ultimi mesi.
Tutto parte dallo stesso Switch. Fin dal suo annuncio ho infatti pensato che questa console avesse tutte le potenzialità di rubare il quasi monopolio di PlayStation Vita su questo genere. Con la sua portabilità e la sua apertura al mercato più fortemente giapponese, perfino riguardo ai titoli più “weeb”, come direbbe qualcuno, PSVita si è infatti scavata una nicchia di fedelissimi offrendo titoli del calibro di Steins;Gate (e relativo “sequel”), la serie di Danganronpa, quella di Fate (principalmente in Giappone, ma non solo)… tuttavia, solo questa nicchia non ha ovviamente funzionato. Sappiamo tutti com’è andata a finire, e sappiamo anche che difficilmente Sony ci riproverà una terza volta. Dove andranno dunque a finire tutti questi titoli, quasi sempre riproposti anche su PS4, per accontentare anche i sostenitori delle home console? Si limiteranno davvero solo a quest’ultima e a Steam? La scelta più logica sarebbe quella di migrare su un mercato ibrido, che permetta di giocare (leggere?) tanto a letto quanto di fronte alla TV.

Giuro, nonostante questo screen, Fate è davvero famoso per la sua trama complessa e ben scritta.

E a quanto pare non mi sbagliavo, o almeno non completamente.
Fastforward ad aprile 2017: durante un Nintendo Direct, a sorpresa, ecco comparire nella coda di notizie “Fate/Extella: The Umbral Star” per Switch (qui la nostra recensione). Ho provato numerose emozioni, in quel momento, ma una in particolare ha preso in fretta il sopravvento. “Sta succedendo davvero”.
Per chi non lo sapesse, Fate è uno dei brand di punta della Type-Moon, compagnia giapponese famosa prima di tutto per le sue visual novel, tra cui appunto Fate/stay night. Chiunque segua anime probabilmente ne ha sentito parlare. Extella è un ibrido musou/VN, per l’appunto, che si pone come “sequel” di Fate/Extra e Fate/Extra CCC, usciti su PSP alcuni anni fa. La serie gode di un immenso seguito, specie dopo l’uscita del gioco per mobile Fate/Grand Order, che ha recentemente ricevuto anche una localizzazione americana, e non a caso, vista la struttura complessa e interessante di questo universo narrativo, curato in ogni dettaglio e in costante espansione. Se già la localizzazione di un prodotto Type-Moon è un enorme traguardo, data la diffidenza della casa nei confronti del mercato occidentale, il fatto che sia arrivato proprio su Switch è un evento di un peso considerevole.

Non è tutto, però. Il segnale definitivo che qualcosa sta cambiando è infatti arrivato il 28 maggio, quando è stato annunciata, almeno per il Giappone, una versione per Switch di Anonymous;Code, secondo titolo della nuova serie dell’autore di Steins;Gate, ossia la Science Visual Novel series. Ovviamente non si tratta di un’esclusiva, andando invece ad affiancarsi alle ormai scontate versioni per PS Vita e PS4, però è l’ennesimo segnale che un’ulteriore compagnia leader del genere, ossia 5pb., ha deciso di dare fiducia a Switch.

So che siete fan di Steins;Gate, quindi so anche che volete Anonymous;Code!

Solo il tempo potrà dimostrarci se questi tentativi porteranno effettivamente a qualcosa o se si esauriranno in breve tempo. Non sarebbe la prima volta che delle terze parti decidono di investire nella nuova console Nintendo e poi si tirano indietro. Questo caso è però particolare, in quanto si tratta di un genere di gioco che rischia davvero di trovarsi privo di una “casa” quando avverrà il definitivo pensionamento di PSVita, nonostante goda di una popolarità in crescita, in Giappone come recentemente anche in occidente. I titoli localizzati aumentano ogni anno, e potremmo dire di avere ormai la maggior parte dei “mostri sacri” delle Visual Novel almeno in lingua inglese. L’ostacolo principale è, probabilmente, il fatto che si tratti di un genere quasi del tutto nuovo per gli utenti di Nintendo. C’è potenzialmente il rischio che si debba ripetere la fase di rodaggio già svolta negli anni passati, portando le VN da cui erano stati tratti anime popolari, come i già citati. Dobbiamo dunque aspettarci nei prossimi tempi riedizioni di Steins;Gate o DanganRonpa su Switch? Sarebbe forse una buona mossa, ma abbastanza ridondante e rischiosa, vista la già diffusa critica che la nuova console stia vivendo di porting di giochi di altre console. Ciò che sinceramente spero, tuttavia, è che questi nuovi titoli vengano accolti positivamente tanto dai neofiti quanto dai veterani del genere, realizzando quanto Switch sia davvero la console più adatta per il tipo di esperienza che solo questo medium può dare. È un po’ come al lancio degli e-book: basta dare un po’ di fiducia.

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