Ubisoft: l’editoriale Libération porta avanti le accuse di molestie sessuali

7 min.
11.07.2020
Notizie


Da una settimana l’editoriale francese Libération ha pubblicato un articolo su vari casi di molestie sessuali perpetuate da vari dipendenti Ubisoft nei confronti dei loro colleghi. Purtroppo il mio francese è piuttosto scarso, ma su ResetEra abbiamo trovato un link dove è presente una traduzione in inglese, che andrò a riassumervi qui di seguito.

Innanzitutto il giornale evidenzia la presenza di un sistema che protegge molti dei predatori, in particolare le figure più importanti della compagnia.

Ci sono uomini in posizioni di potere che possono permettersi di fare ciò che vogliono e che dovrebbero essere rimossi dalla compagnia, perché fanno del male alle donne. C.’è tutto un sistema globale attorno che permette loro di agire indisturbati e li protegge, impedendo ogni ricorso alle risorse umane. Un sistema che rende le persone impotenti, perché tanto i videogiochi sono divertimento, ci divertiamo, possiamo fare e dire tutto perché nulla è serio.

L’amministratore delegato di Ubisoft, Yves Guillemot, aveva espresso la sua solidarietà con le vittime quando il movimento #MeToo aveva finalmente raggiunto le porte della società francese. Le cose sembrarono cambiare quando, verso la fine del mese scorso, Tommy François, vice-direttore del team editoriale, era stato messo in congedo amministrativo. Questo team è centrale per la società, poiché è quello che approva tutti i giochi che poi vengono realizzati dai suoi vari rami.

Questo è Tommy François

Secondo numerose testimonianze, l’uomo era un viscido predatore che ha abusato di donne e uomini, rimanendo impunito nonostante le numerose denunce. Ha trasformato il suo team in un boys’ club (un luogo dove gli uomini discutono in maniera burbera di donne, fanno battute a sfondo sessuale e così via), protetto dal fatto di essere il braccio destro Serge Hascoët, l’uomo responsabile per il successo di Ubisoft. Cassandra (i nomi sono stati cambiati per mantenere l’anonimato), un membro del team che ora non lavora più lì, ha commentato così.

Durante i miei anni là, non c’è stato un giorno che non facesse commenti sui miei capelli, i miei vestiti o il mio comportamento… Tommy o il suo team. Se per sbaglio mi fossi presentata con delle macchie di dentifricio sulle labbra, Tommy mi avrebbe chiesto a chi lo avessi succhiato. La parte peggiore è che lo faceva apertamente, davanti a tutti.

Un altro dipendente chiamato Max ha affermato quanto segue.

Un’estate, una collega è entrata con un vestito e lui ha urlato “Scusate, devo andare a masturbarmi”. Ha anche suggerito a un’altra donna, che indossava anch’essa un abito, che dovrebbe fare un headstand. Molte donne mi hanno detto che spesso si avvicinava di nascosto e chiedeva loro “riesci a sentirlo?”.

Questo era il comportamento di Tommy e del suo branco (molti di loro infatti erano amici di lunga data) nei confronti delle loro colleghe, che costituiscono una minoranza dei dipendenti. Un vecchio dipendente di questo club ha spiegato che o ne facevi parte o eri fuori dalla “fratellanza”, anche se era disgustato dalle loro battute.

Sempre Cassandra ha spiegato che molte lavoratrici sono appassionate del settore, quindi per loro essere assunte da Ubisoft è un grande onore e per questo alcune sopportavano gli abusi. Ma la cosa non si limitava solo alle donne, come ci racconta questo giovane uomo.

Era la mia prima festa di Natale (n.d.r. nella compagnia) e ho notato Tommy, che era un po’ una leggenda ai tempi, molto serio ma anche divertente. Era ubriaco e ci ha raccontato di alcuni suoi viaggi e così via. Poi ci ha suggerito di fare qualcosa di divertente, toccandosi il naso. Aveva un’aura davvero spaventosa, quindi abbiamo provato a evitarlo, ma continuava a seguirci. Prima che ce ne andassimo, ci ha toccato il sedere e si è allontanato sorridendo. È stato davvero spaventoso.

Nonostante le loro azioni siano evidenti casi di molestie sessuali, le conseguenze sono inesistenti, anzi tutti riferiscono che molti nella compagnia cercassero di proteggerlo.

In questo ambiente estremamente tossico, Tommy è il capo ma non è il solo da ritenere responsabile. Il problema è nell’intero sistema che permette a persone come lui di avere potere e di abusarne. Il problema è che ogni anno lui è stato promosso, valorizzato in pubblico e trattato in maniera completamente diversa da ogni persona dello stesso livello. È un sistema di impunità e privilegi. In questo sistema una donna è al livello più basso possibile.

Uno dei motivi per cui quest’uomo è intoccabile è che è un grande amico di Serge Hascoët, il quale, a quanto pare, fa anch’esso parte del club (anzi alcuni lo definiscono il presidente). Una volta sono andati entrambi da una dipendente per fare qualche battuta sui sex toy e se sapesse cosa fosse l’ossitocina.

C’è un terzo pezzo grosso oltre a loro due, ovvero M. B., l’ex-assistente di Hascoët. Anche lui ha un passato di abusi nei confronti delle sue sottoposte. In particolare, una sua apprendista ci racconta di come lui le descrivesse nei dettagli i suoi rapporti sessuali, la invitasse a indossare abiti più femminili e le impedisse di usare l’ascensore per farle fare un po’ di esercizio. Un giorno lei gli ha detto di essersi stufata ed è fuggita via, dopo che lui l’ha minacciata con un piccolo coltello.

Un superiore le ha detto che avrebbe dovuto notare lei stessa che il comportamento di M. B. fosse piuttosto tossico. Lui però non ha subito le conseguenze delle sue azioni, ma è stato solo spostato alla divisione produttiva, a qualche isolato di distanza.

Secondo molti testimoni, quando gli abusi diventano troppo evidenti, entra in azione un sistema a due livelli. Questo sistema pareva funzionare secondo un vecchio dipendente perché aveva visto qualcuno venir sanzionato per dei commenti sessisti. Lo stesso non vale per i talenti della compagnia, loro sono “il cuore della produzione dell’industria videoludica” secondo Yves Guillemont. Qualunque altra compagnia li vorrebbe e quindi devono rimanere da Ubisoft.

Le risorse umane devono fare tutto il lavoro sporco. Hanno dei vincoli da rispettare e il loro unico obiettivo è di far rimanere i talenti. Non possono andarsene, dobbiamo mantenere la facciata di un gran bel posto in cui lavorare. Quindi quando viene fuori un accusa di molestie sessuali o morali, c’è dell’omertà. Si sacrifica chi non è indispensabile, si protegge chi è in posizioni di potere, anche a costo di spostare gli elementi più tossici. Ogni reparto di risorse umane sposta le persone più problematiche altrove, avvantaggiandosi del fatto che Ubisoft è formata da molte compagnie.

Un esempio di ciò è il fatto che due persone presenti su una lista apparsa su internet fossero pezzi grossi e sono stati spostati su progetti minori, per poi tornare ai vertici lo scorso gennaio. Cassandra riferisce che il reparto risorse umane di Edito fosse uno dei peggiori, era inutile rivolgersi a loro perché non stavano dalla parte dei dipendenti. Ogni volta che veniva presentato un problema, le risposte erano sempre del tipo “Sono persone creative, è così che lavorano.“, “È il tuo modo di presentare le cose.” o “Se non puoi lavorare con loro, forse è ora che vai altrove.”.

Non è neanche possibile per i dipendenti rivolgersi a un sindacato, anzi i loro rappresentati hanno detto in modo chiaro che ci sarebbero state ripercussioni legali. Insomma, i dipendenti non possono rivolgersi a nessuno se non al loro stesso nemico e tutti i reclami finiscono per non avere conseguenze. Dopo un po’ le vittime lasciano la compagnia perché il loro contratto termina, ricevono dei soldi e sono costretti a firmare un accordo di non divulgazione. Per quanto ne sa Libération, nessuno ha sporto denuncia.

Dopo averli contattati, Ubisoft ha rivelato al giornale che verrà svolta un’accurata investigazione per quanto riguarda le accuse, con lo scopo di rendere più sicuro l’ambiente di lavoro. Yves Guillemot ha anche chiesto ai suoi dipendenti di rivolgersi ai propri superiori o ai rispettivi reparti di risorse umane per denunciare certi comportamenti. Però è evidente da quanto detto sopra che i dipendenti hanno paura di fare così, visto che potrebbero non essere ascoltati o addirittura allontanati. Fonti interne inoltre riferiscono che in seguito alle accuse avvenute su Twitter, si è parlato solo di proteggere i talenti piuttosto che sistemare i problemi della compagnia.

Questa è la fine della primo articolo scritto dal giornale francese Libération, che però giusto ieri ha pubblicato un secondo articolo, dove viene discusso più nel dettaglio il ruolo di Serge Hascoët. Come prima cercherò di riassumere al meglio il contenuto che @icotom ha tradotto su Twitter.

https://twitter.com/icotom/status/1281721973312233472?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1281721973312233472%7Ctwgr%5E&ref_url=https%3A%2F%2Fs9e.github.io%2Fiframe%2F2%2Ftwitter.min.html1281721973312233472

Ovviamente la situazione in Ubisoft al momento non è delle più rosee, i dirigenti ritengono che questa situazione (si riferiscono a quello che è successo dopo la pubblicazione del primo articolo) sia dannoso per la loro libertà, come una caccia alle streghe. Anche i dipendenti non si sentono al sicuro, in particolare le donne sono viste come una grossa minaccia attualmente.

Sono poi passati a parlare di Whispli, uno strumento per riportare in forma anonima atti di corruzione che è presente dal 2018. Già ai tempi hanno stato chiesto di aggiungere molestie e discriminazioni come oggetto dei rapporti, ma non sono stati ascoltati. Ad ogni modo, successivamente sono arrivati più di un centinaio di report. Molti di questi casi erano già stati fatti presente alle risorse umane, dimostrando così che quel ramo si occupa anche di mantenere il silenzio nella società.

L’articolo poi passa a parlare di Serge Hascoët e di come fosse apprezzato per il suo comportamento misogino, omofobo e libidinoso. Seguono molti esempi di questo atteggiamento, come quando disse di una collega che “andava scopata da dietro e passata in giro finché non avesse capito che stava rovinando la sua creatività“.

Durante le cene spesso costringeva i suoi direttori a bere fino a star male, per poi ordinare ogni bottiglia del ristorante (a spese della compagnia ovviamente) e urlare “Sei un finocchio se non riesci a bere tutto“. Ha bloccato una donna in ascensore, gettandosi addosso a lei e cominciando a fare gemiti mentre la guardava negli occhi. Altri membri del team cominciarono a fare lo stesso, facendolo diventare una sorta di loro rituale.

Nel 2015 Ubisoft adottò un codice di comportamento, ma in realtà è stata un’occasione persa per fare dei miglioramenti. Il reparto risorse umane ha cercato di moderare il linguaggio, per esempio quando si parla di molestie sessuali non viene mostrato il caso in cui il manager è il molestatore, perché ritenuto troppo pessimistico e avrebbe fatto credere ai dipendenti che fosse possibile.

Un giovane appena assunto parla della sua esperienza nel branco, dicendo che era una situazione terribile. Doveva pensare solo alla sua sopravvivenza, poiché appena uno osasse deviare dal tono, sarebbe stato definito anormale ed escluso. Una delle persone che ha provato a contestare questo comportamento è stata definita “Una troia, una pazza da ignorare“.

Pare inoltre che le persone incaricate di gestire il personale non siano state addestrate per queste circostanza, non sanno parlare alle vittime di molestie e non consideravano mai il loro benessere prima di quello della compagnia. Il capo delle risorse umane ha anche affermato “A Yves va bene questo comportamento finché i risultati dei leader sono superiori alla loro tossicità”. Vedendo i risultati portati da Serge Hascoët è facile capire come possa agire indisturbato quindi.

L’articolo si conclude affermando che attualmente Ubisoft ha preso provvedimenti nei confronti di tre dei venti dipendenti che sono investigati da terzi. Questo dovrebbe portare alla terminazione del contratto, visto che una cosa del genere non accade se non si hanno prove schiaccianti.