Tropico 6 – Nintendo Switch Edition – RECENSIONE

7 min.
09.11.2020
Recensione


Tropico 6 è il sesto capitolo di una delle saghe di giochi gestionali che più mi ha entusiasmato negli ultimi anni.
Nonostante il genere sia ormai passato di moda rispetto alla fine dei primi 2000, dove Will Wright aveva completamente monopolizzato il mercato con i vari Sim City e The Sims, c’è ancora una bella nicchia di appassionati che continuano ad apprezzarli.

Tropico nasce nel 2001, e da subito ha saputo conquistarsi un posto nel cuore dei fan dando a loro una cosa che non era mai stata data: il gusto del proibito.

Perché diciamocelo chiaro e tondo: interpretare il ruolo di un sindaco di una città è sicuramente interessante… ma fare il dittatore ha tutto un altro fascino!

Bienvenido a Tropico!

Tropico 6

In questo sesto capitolo della saga, vestiremo come sempre i panni di El Presidente, inizialmente un semplice governatore della colonia inglese di Tropico, un piccolo arcipelago caraibico ricco di risorse da sfruttare.
Il nostro compito iniziale è quello di gestire questa colonia fino alla nostra dichiarazione di indipendenza dalla corona inglese, in modo da diventare gli unici e soli padroni di questo piccolo paradiso.

Successivamente, dovremo gestire la nazione attraverso svariati periodi storici: Guerre Mondiali, Guerra Fredda e tempi moderni.
Ovviamente, in base al periodo storico il gameplay si evolverà sempre di più, con maggiori strutture disponibili ma sopratutto diverse fazioni politiche da gestire.

Eh sì, perché lo scopo di Tropico non è soltanto quello di gestire in maniera efficiente tutte le nostre risorse in modo da non finire in bancarotta, ma anche e sopratutto quello di restare al potere.
Se vi state chiedendo in che modo ciò sia possibile, ci sono fondamentalmente due vie: quella del buon politico, dove cercheremo in ogni modo di mantenere alto il nostro consenso fra gli elettori tenendo a mente tutte le fazioni opposte fra di loro, oppure la via più facile: dando mazzette a destra e manca, truccando le elezioni, oppure imponendo una simpaticissima legge marziale!

Bisogna però essere molto prudenti, perché tutte le nostre azioni avranno delle conseguenze: se infatti i nostri metodi saranno troppo invasivi e scorretti, ci ritroveremo a fronteggiare schiere di ribelli pronti a instaurare un bel colpo di stato e darci il game over.

Insomma, per mantenere stretta la nostra poltrona, il metodo migliore è anche quello più vecchio del mondo: un colpo al cerchio e uno alla botte.

Il gameplay e le novità introdotte

Tropico 6 – Nintendo Switch Edition ci offre due modalità di gioco principali, le missioni e la modalità sandbox, mentre risulta assente il multiplayer presente su PC e le altre console, ma dovrebbe essere introdotto successivamente.

Le missioni sono la parte principale, e vanno a sostituire quella che era la modalità storia dei precedenti capitoli della saga.
In totale avremo 15 missioni, ed ognuna di queste sarà caratterizzata da obiettivi e regole diverse, oltre a raccontarci la storia de El Presidente e del suo fido vice Penultimo sin dalle origini.

Il primo incontro con Penultimo!

La modalità sandbox invece è quella classica di ogni gestionale, dove avremo la possibilità di decidere ogni singolo dettaglio della nostra partita, dalla mappa di gioco all’aggressività dei nemici, fino a decidere anche le nostre personali condizioni di vittoria.
Insomma, se dopo aver completato tutte le missioni avrete ancora voglia di esplorare il titolo, potrete farlo liberamente andando ad aumentare così la longevità del gioco all’infinito.

Indipendentemente da ciò, il nostro obiettivo principale sarà quello di far crescere la nostra isola costruendo diverse strutture, che sono veramente tantissime ed ognuna con uno scopo ben preciso.
Passiamo dalle semplici abitazioni ed edifici di produzione basilari, come fattorie, ranch e miniere, fino ad edifici con scopi molto più specifici come il Covo dei pirati, introdotto in questo nuovo capitolo.

Il covo dei pirati

Il covo dei pirati sbloccherà una nuova particolare funzione, quella dei raid. Questi ci consentiranno di mandare i nostri amici in giro per i sette mari a depredare ogni genere di bene, dal semplice oro fino a recuperare persone “casualmente finite in mare”, ma sopratutto ci consentiranno di rubare le meraviglie mondiali.
Perché diciamocelo chiaro e tondo, la Torre Eiffel è bella, ma starebbe meglio in un’isola caraibica che a Parigi, quindi perché negarci questa possibilità?
Questa funzione non è esclusiva del covo dei pirati, ma con il passare delle ere sbloccheremo nuovi edifici che ci consentiranno colpi diversi tutti da scoprire.

Oltre al costruire strutture, di tanto in tanto ci capiterà di dover ascoltare le richieste politiche sia da parte dei membri delle fazioni interne a Tropico sia da parte delle nazioni estere.
Le richieste che avanzeranno saranno molto variegate, andranno dal costruire determinate strutture all’intrattenere rotte commerciali specifiche, ed avremo la possibilità di accettarle oppure ignorarle bellamente.
Ovviamente, questo avrà delle conseguenze: se infatti rifiuteremo le richieste delle fazioni interne, il nostro consenso fra i membri di quella fazione calerà, aumentando così il rischio di perdere le prossime elezioni.
Se invece rifiuteremo quelle delle nazioni estere beh… nulla gli vieterà di dichiararci guerra e attaccarci.
Al contrario, portando a compimento queste richieste potremo scegliere diverse ricompense, come un bonus in denaro, maggiore consenso da parte della fazione aiutata o un discreto numero di immigrati per far crescere la nostra popolazione.

Ma oltre alle richieste politiche, in questo nuovo capitolo ci ritroveremo ad ascoltare anche le richieste di un losco individuo, il Broker.
A differenza delle precedenti, queste richieste non avranno alcun malus se rifiutate, ma portandole a termine ci daranno una ricompensa particolare: soldi sul nostro personale conto svizzero.
E cosa possiamo farci, con questa somma nascosta agli occhi di tutti? Ovviamente, mazzette a chi ci fa più comodo, oppure sbloccare qualche editto senza doverlo ricercare, o ancora convertirli in punti cultura o dollari tropicani.

Tropico 6

Si potrebbe parlare per ore di tutte le possibilità che offre Tropico 6: la vastità delle cose da tenere sott’occhio e gestire non ha nulla da invidiare a titoli più rinomati come Sim City o il suo erede spirituale Cities Skyline.
Fra rotte commerciali di ogni sorta, controllo completo su ogni singolo cittadino presente nella nostra isola, tassi di inquinamento, gestione del turismo e chi più ne ha più ne metta, Tropico 6 nonostante la sua marcata ironia e l’apparenza colorata porta una sfida impegnativa anche per i più esperti del genere.

Vi consiglio caldamente di non saltare il massiccio tutorial iniziale, anche se avete già giocato ai precedenti capitoli.
Vi aiuterà molto sia a capire tutte le nuove meccaniche sia a prendere confidenza con tutti i menù presenti.
Fortunatamente, gli sviluppatori di Limbic Entertainment sono stati in grado di rendere il tutorial poco noioso, compito difficile per titoli così complessi.

L’ironia di Tropico

Uno dei tratti distintivi della serie è l’ironia e il sarcasmo presenti in ogni momento della nostra partita, persino nelle schermate di caricamento.
Una piccola chicca che ho sempre apprezzato della saga è che oltre a darci i classici suggerimenti di gioco, avremo anche una serie di fatti storici divertenti riguardo alcuni dei più noti dittatori della storia.

Il comparto tecnico, la pecora nera

C’è da mettere in chiaro una cosa: i giochi gestionali, assieme agli RTS, sono forse il genere più difficile in assoluto da portare da PC a console.
Per via degli intricati menù di sistema, con tante opzioni da navigare, spesso i comandi con il controller risultano particolarmente scomodi, in alcuni casi talmente impraticabili che pur di realizzare porting di titoli rinomati, gli sviluppatori si ritrovavano costretti a tagliare grosse parti di gameplay o addirittura a cambiare radicalmente il gioco.
Ricordo ancora la mia delusione quando a 10 anni mi regalarono il porting per PS2 di The Sims 2, e al posto del noto gestionale/casa delle bambole, mi ritrovai con una sorta di adventure game con piccoli elementi gestionali che del gioco originale portava solo il nome.

Sin dall’uscita di Switch però abbiamo visto diversi titoli di questo genere approdare sulla console ibrida di Nintendo, come l’acclamatissimo Civilization VI, ed anche con un discreto successo.
Vuoi per la natura portatile della console, vuoi per il supporto al touch screen, vuoi una trentamila lire, no, ma tutto sommato questo genere di giochi non risulta così scomodo come su altri dispositivi.

Tropico 6 non fa eccezione, e i comandi risultano abbastanza comodi e scorrevoli. Con i due stick analogici controlleremo l’indicatore di posizione e la telecamera, con il D-Pad gestiremo lo scorrere del tempo e la visuale a volo d’uccello, mentre con il tasto dorsale ZL apriremo il menù radiale principale e tutte le sue sottocategorie. Navigare nei menù risulta semplice, e qualora avessimo difficoltà nello scrollare fra tutte le opzioni ci viene in soccorso il touch screen in modalità portatile, integrato molto bene insieme al resto dei comandi.
L’unica cosa veramente scomoda dal punto di vista dei comandi è la creazione delle strade, l’analogico purtroppo non ci consentirà di avere un controllo abbastanza preciso e ci ritroveremo a provare e riprovare svariate volte prima di avere una strada fatta a modo.

Tropico 6
Le strade di tropico in tutta la sua bellezz-ah no

L’esperienza di Tropico 6 per Switch risulta completa e senza tagli, con tutti i contenuti presenti anche sulla versione PC. Questo però ha un grosso costo: l’ottimizzazione.
Infatti qui il lavoro svolto non è assolutamente dei migliori, il comparto grafico risulta downgradato in maniera incredibile, come se stessimo giocando al gioco su PC con tutte le impostazioni grafiche settate al minimo.
Vi invito personalmente a cercare su internet dei video di gameplay della versione PC e della versione per Switch, in modo da rendervi conto della differenza abissale.

Normalmente, se questo garantisse un gioco fluido, avrei anche accettato un compromesso grafico del genere, dopotutto la componente grafica non è sicuramente uno dei punti di forza del titolo nemmeno nella versione ammiraglia.
Purtroppo però, nonostante l’immenso taglio, questo porting ha seri problemi di framerate, che ho riscontrato maggiormente giocando a velocità di gioco 2x o 4x, ma presenti in ogni situazione.
Spesso e volentieri, oltre ai cali di framerate costanti, avremo anche dei veri e propri freeze di diversi secondi, specialmente durante la navigazione dei menù più intricati come quello delle rotte commerciali.
Ci tengo a precisare però che ho giocato il titolo su Switch Lite, e non ho quindi potuto provare se questi problemi sono riscontrabili anche in modalità TV, ma onestamente dubito che possa migliorare tanto.

Insomma, nonostante l’attesa di oltre un anno dall’uscita della versione PC e console, il porting mostra un’ottimizzazione tecnica a dir poco raffazzonata, non garantendo così un’esperienza di gioco ideale.

In conclusione

Tropico 6

Tropico 6 si dimostra essere un ottimo seguito di una saga videoludica spesso ingiustamente bistrattata.
Aggiunge il giusto, senza rivoluzionare troppo, e garantisce un’ottima sfida sia per chi si approccia per la prima volta a questo genere sia per i più esperti.
Il porting purtroppo presenta gravi problemi tecnici, ed anche i giocatori dalla bocca più buona difficilmente riusceranno a chiudere un occhio.

Se però volete godervi un’esperienza gestionale completa mentre siete spaparanzati sul letto, o semplicemente non avete a disposizione un computer in grado di reggere il titolo, la versione Switch saprà regalarvi comunque delle grandi soddisfazioni!

DITTATORE SIMULATOR/10

Nonostante i gravi problemi tecnici, Limbic Entertainment è riuscita nell’arduo compito di portare un’esperienza gestionale completa anche su Switch, senza tagliare nessun contenuto e risultando nel complesso comoda da giocare.