The Telegraph ha detto che i videogiochi potrebbero essere “la prossima pandemia globale”

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13.08.2021
Notizie


Prima di parlare di The Telegraph, dobbiamo fare una premessa: qualche giorno fa, le azioni di Tencent e di altre aziende elettroniche cinesi sono precipitate. Il motivo è che i media di stato della Repubblica Popolare Cinese, in una dichiarazione ufficiale, hanno chiamato i videogiochi oppio spirituale. L’ultima volta che i media cinesi hanno paragonato i videogiochi alla droga, nel 2000, ciò ha portato a un ban di 15 anni su tutte le console. Per questo così tanti cinesi oggi giocano solo a PC e smartphone, semplicemente non sono mai cresciuti con un pad in mano. In seguito, i media cinesi hanno fatto marcia indietro e si sono rimangiati la cosa dell’oppio, ma il danno era fatto.

Basandosi su questa dichiarazione dei media cinesi, il quotidiano britannico The Telegraph ha pubblicato l’ennesimo articolo diffamatorio verso i videogiocatori e l’industria videoludica, intitolato Spiritual opium: could gaming addiction ruin a generation? (vi metto il link anche se c’è un paywall).

The Telegraph dice chiaramente: “Dobbiamo renderci conto delle potenzialità oppioidi dei videogiochi, prima che la dipendenza da videogiochi negli adolescenti si trasformi nella prossima pandemia globale.” L’articolo presenta numerosi commenti della scrittrice Abi Silver, che ha recentemente pubblicato un romanzo intitolato The Midas Game, che ha per protagonisti due avvocati che difendono uno YouTuber accusato di aver ucciso un celebre psichiatra contrario ai videogiochi.

Silver racconta che suo figlio è diventato dipendente dal rilasciatore di dopamina noto come Fortnite.

Sono scioccata e indignata che ci sia qualcosa là fuori, deregolamentato e liberamente disponibile ai bambini, che è considerato molto pericoloso ma nessuno fa niente in proposito. È come se qualcuno entrasse in camera di mio figlio la notte e gli iniettasse una droga che crea estrema dipendenza.

L’autrice dell’articolo, Annabel Heseltine, afferma che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità ci sarebbero 86 milioni di persone al mondo che soffrono di dipendenza da videogiochi, Questo numero, ovviamente, è pura speculazione. Si basa su un precedente report che afferma che il 3% dei videogiocatori è affetto da dipendenza. Aggiungi che le stime del 2021 dicono che al mondo ci sono 2,9 miliardi di videogiocatori, e il gioco è fatto, it’s just a ssssssimple mathematics.

Nella realtà, alcune cifre ottenute da un altro quotidiano britannico, The Guardian, hanno mostrato che nel Regno Unito, nella prima metà del 2021 solo 56 persone sono entrate in cura per dipendenza da videogiochi. Non 56.000, 56. Inoltre, non è assolutamente vero che l’industria dei videogiochi è deregolamentata, visto che ci sono organi e leggi dedicate in tutto il mondo.

Un portavoce di Ukie, l’associazione di categoria dell’industria videoludica nel Regno Unito, ha detto a Video Games Chronicle:

È deludente vedere articoli come questo che spargono disinformazione sui videogiochi. Sta sia demonizzando ingiustamente i 37 milioni di persone nel Regno Unito che trovano i videogiochi una rilassante e sana forma d’intrattenimento, sia sminuendo gli sforzi dimostrati per aiutare la piccola quantità di persone che ha effettivamente problemi di dipendenza.

Siamo un’industria responsabile e regolamentata, che prende sul serio le preoccupazioni del pubblico gestendo campagne come Get Smart About PLAY per supportare il gioco sicuro e ragionevole.

VGC ricorda infine che l’OMS ha effettivamente dichiarato la dipendenza da videogiochi una malattia questo maggio. Anche questa decisione è stata ampiamente criticata dalle aziende di videogiochi, che la accusavano di non essere basata su abbastanza prove e di creare un rischio di diagnosi errate.

Un paio di anni fa la neuroscienziata Nastasia Griffioen aveva avvertito dei rischi di stigmatizzare le persone, poiché bollarle come “dipendenti dai videogiochi” potrebbe sviare l’attenzione da problemi più profondi di cui il gioco compulsivo non è che un sintomo.

Fonte: Video Games Chronicle