Ed eccomi, per la seconda volta di fila, a parlarvi di un porting per Nintendo Switch di un gioco molto amato (ma ovviamente poco venduto) del Wii U. In questo caso, che arrivasse su Switch Super Mario 3D World + Bowser’s Fury c’era da aspettarselo. Be’, forse solo la prima parte del nome era scontata. Non serve che vi dica che la nuova console, grazie al suo non essere troppissimo più potente della precedente, è servita più di una volta a dare nuova vita a giochi nati sullo sfortunato successore del Wii.
E dopo che New Super Mario Bros. U e Captain Toad: Treasure Tracker avevano avuto porting (quest’ultimo anche su Nintendo 3DS, oh ma guarda un po’, ho recensito anche quello), aspettavamo tutti l’inevitabile arrivo di 3D World sulla console ibrida. Alcuni, me compreso, con un po’ di timore. Ma perché?
Super Mario 3D World, chi era costui?
Ve l’avevo accennato nell’articolo collab riguardante il multiplayer di Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, ma è arrivato il momento di capire perché 3D World è considerato “divisivo” tra i fan dell’idraulico panzuto. Dopo Super Mario Galaxy, considerato da molti il pinnacolo della serie di Mario, un 11/10 se vogliamo, uscì Galaxy 2, che metteva da parte il grande hub dell’Osservatorio Cometa in favore di un hub più piccolo e una mappa del mondo con linee e punti in corrispondenza dei livelli. Chiamatela “fallacia della brutta china”, ma da lì partì una generazione di giochi di Mario con poche novità e tanti gimmick, che modificavano la formula solo in apparenza. New Super Mario Bros. 2? Oh, devi prendere tante monete, yuppi. New Super Mario Bros. U? C’è il power-up scoiattolo volante impossibile da controllare, evvai. Super Mario 3D Land, uno dei primi giochi mostrati per il Nintendo 3DS ormai un decennio fa, aveva certo qualcosa di nuovo, sembrava mescolare i gameplay dei Mario 3D e 2D… o forse semplicemente aggiungeva un asse in più ai Mario 2D, perché dei 3D non aveva nulla: niente missioni, livelli lineari, mappa dei mondi composta da una riga dritta. Aggiungeteci, parallelamente, il declino degli RPG di Mario, e sembrava che la serie fosse destinata alla mediocrità perpetua. Ovvio, nessuno dei giochi che ho elencato finora è brutto, perché se non sei uscito su MS-DOS negli anni ‘90 o se non hai “Sticker” o “Tour” nel titolo, fare giochi veramente brutti va contro la politica di Nintendo. Soprattutto se si tratta della sua serie più famosa.

Tutto questo sconforto terminò con l’uscita dello Switch e di Super Mario Odyssey, ma nel frattempo c’era un altro gioco 3D, sgattaiolato su Wii U nel novembre del 2013: Super Mario 3D World. All’epoca sembrava l’ennesimo gioco di Mario generico con un power-up throwaway tanto per far numero (ti trasformi in un gatto invece di, che so, un petauro o un procione), ma il fatto che fosse in 3D, con la possibilità di multiplayer simultaneo fino a quattro giocatori, e con una trama leggermente diversa (Bowser non rapisce Peach, che infatti è giocabile, ma delle fatine provenienti da un regno lontano); e che fosse quindi “3D Land ma meglio” era bastato a giustificare l’acquisto. Anzi, molti, dopo l’uscita di 3D World hanno iniziato a disprezzare 3D Land, a vederlo solo come un “3D World 0.5”, buono giusto per chi non vuole prendersi il Wii U, allo stesso livello di Super Smash Bros. per Nintendo 3DS e Mario Kart 7. Per altri, 3D World era so good it’s bad: level design fantastico, grafica adorabile, grazie a Dio boss originali (seppur riciclati di continuo) invece di Boom-Boom e i Bowserotti… ma niente di nuovo sotto il sole.
Quindi eccomi qui, un povero grullo che si giocò 3D World all’epoca, sulla console d’origine, e che vi ritorna dopo anni per vedere se qualcosa è cambiato nello Zeitgeist per rendere migliore anche 3D World. Anzitutto, va detto che come con Pikmin 3 Deluxe, Nintendo ha pensato bene di aggiungere qualcosa che rendesse l’acquisto della nuova versione ponderabile anche ai veterani. In questo caso si tratta del side-game Bowser’s Fury. Purtroppo il gioco si chiama Super Mario 3D World + Bowser’s Fury, elenca prima 3D World, quindi della nuova aggiunta parlerò più avanti. Intanto, hello, 3D world!

Il mondo, ma in 3D
In Super Mario 3D World scopriamo che Bowser ha rapito le sei Princifate, ovvero le regnanti del lontano Regno delle Fate, rinchiudendole in altrettante bottiglie (avrà preso spunto da qualcuno?). Tramite un bizzarro tubo trasparente Mario, Luigi, la principessa Peach e l’eroico Toad blu di New Super Mario Bros. (quello giallo era in vacanza) raggiungono il mondo vessato da Bowser e si avventurano per salvarlo. Segue la tipica avventura da Mario, in cui si attraversano livelli, alcuni brevi, altri meno, si sconfiggono nemici e raccolgono collezionabili. Tra questi abbiamo le Stelle verdi, che sono il tipico collezionabile “tre per livello”, e i timbri, uno per livello, che nell’originale permettevano di decorare i messaggi su Miiverse, qui ovviamente no: promossi dal bianco e nero al colore fungono da ornamenti per la modalità foto di Bowser’s Fury. A proposito, se mentre giocate notate dei Luigi pixellati che spuntano un po’ ovunque (escono dai blocchi quando li colpite, stanno sullo sfondo dei livelli…) tranquilli, non è posseduta la vostra cartuccia, semplicemente il gioco era uscito in origine durante l’anno di Luigi, nel 2013.
I personaggi giocabili sono quattro. Mario, equilibrato; Luigi, salta più in alto ma è difficile da controllare; Peach, è lentina ma può fluttuare in aria per un po’ dopo un salto; Toad, è il più veloce ma salta poco. E ok immagino non sia più spoiler visto che era anche nel trailer, Rosalinda è ancora più lenta ma ha la piroetta come attacco. Ah e parlando di Toad veloce possiamo menzionare la prima novità di questo porting: i personaggi sono decisamente più veloci rispetto alla versione Wii U. Pensereste che sia un problema, e forse lo è se siete super-abituati all’originale o ai New, ma perfino giocando con Toad in un livello con la fisica del ghiaccio non ho avuto troppi problemi di manovrabilità. Ho un nuovo apprezzamento per come Nintendo crea i controlli dei suoi giochi.

Non mancano nemmeno i potenziamenti: dalla trasformazione in gatto che si vede un po’ dappertutto, a Mario Tanuki e Mario Boomerang, presi direttamente da 3D Land, alla Doppia Ciliegia, nata originariamente da un errore di programmazione che crea un clone del personaggio che stiamo controllando ed è utile per schiacciare più nemici allo stesso tempo e per creare dilemmi ontologici quando vediamo il Mario originale morire e il clone continuare l’avventura al suo posto come se nulla fosse.

Una cosa che ho imparato ad apprezzare di 3D World è come diventi un gioco completamente diverso quando si gioca in compagnia: di norma sarebbe un platformer 3D “alla Crash”, con ostacoli da superare uno alla volta e molto peso dato ai checkpoint; ma in gruppo diventa molto più caciarone e confusionario, che vi piaccia o no, e chiaramente più permissivo con il fatto che quando qualcuno muore torna subito in gioco in una bolla. Anche se il gioco è stato chiaramente creato per giocatore singolo, ci sono indubbi vantaggi ad affrontarlo in gruppo: è più probabile che almeno un giocatore abbia il power-up che serve per raggiungere quel collezionabile maledetto a metà livello, è di gran lunga facilitato il 100% (visto che in teoria ogni livello andrebbe completato con tutti e 5 i personaggi) e così via.
Immagino che sia il momento di parlarvi dell’online, ovvero la possibilità di affrontare Super Mario 3D World + Bowser’s Fury in gruppo anche a distanza. Ehm, purtroppo la mia esperienza personale è stata non del tutto ottimale… ma sono sicuro che è solo colpa della mia connessione. In base a quando uscirà questa recensione, potrei aggiungere un edit per dirvi come cambia con la fibra. (EDIT: Molto meglio) In ogni caso, l’online è buono quanto la connessione dei singoli partecipanti. Tenetelo a mente. Date la colpa a Pia.

Terminiamo la parte “porting” elencando altri cambiamenti rispetto all’originale: l’arrampicata di Mario Gatto arriva più in alto, è stato aggiunto un tuffo in avanti “alla Odyssey”, utile alcune volte per raggiungere dei collezionabili anche senza il potenziamento richiesto. Sempre da Odyssey arriva la possibilità di entrare nei tubi velocemente, con uno schianto a terra dall’alto o con una capriola in orizzontale. Non serve a nulla, ma è carino lo stesso. Ah, e anche i livelli di Capitan Toad sono affrontabili in multiplayer, risolvendo quella pecca dell’originale che vedeva la frenesia di gruppo arrestarsi bruscamente per far controllare quei livelli al solo giocatore con il gamepad. A proposito di differenze di hardware, sono state rimosse le piattaforme che dovevano essere spostate soffiando nel microfono, e il rimpiazzo che hanno trovato per i comandi tattili in modalità TV… funziona ok con i due Joy-Con, ma con il pro controller non è il massimo, a essere onesto. Bisogna premere R e poi inclinare il controller per muovere il puntatore, e ripremere R per “toccare” l’oggetto. Se si usano i due Joy-Con, a fare da “Wiimote” è solo quello destro, il che funziona molto meglio. Comunque, è un gimmick che torna utile molto di rado.
E niente, l’ultimo cambiamento rispetto all’originale è un intero side-game completamente nuovo, ma parliamone un po’ va là.

Un mare di gatti
Se avete letto le mie recensioni passate, saprete che non sono mai stato molto entusiasta dei side-game aggiunti ai remake/porting di Mario che aggiungono un “+” al titolo. Tuttavia, avevo molto apprezzato i livelli aggiuntivi di Pikmin 3 Deluxe… Super Mario 3D World + Bowser’s Fury a quale assomiglierà?
La storia comincia, come in 3D World, con Mario che passeggia tranquillo nei pressi del castello di Peach, quando nota per terra una strana “M” di vernice nera del tutto identica a quelle con cui Bowser Junior, nei panni di Mario Ombra, aveva deturpato l’Isola Delfina in Super Mario Sunshine. Giustamente, il nostro idraulico viene risucchiato da quella M in un luogo misterioso, una specie di isola nell’oceano ricoperta di melma nera, dove incontra proprio il nemico pubblico numero 2, lo Scrappy-Doo del Regno dei Funghi, Bowser Junior. Il nanastro implora Mario di aiutare suo padre, che per qualche motivo è diventato un bestione gigantesco nero e con occhi di bragia, quello che le fake news chiamavano God Slayer Bowser.
Inizia così la breve (dalle 3 alle 6 ore) avventura di Bowser’s Fury, il primo (fra molte virgolette) open world della serie di Mario. Visto che dai trailer si era visto poco, ecco in soldoni cosa Bowser’s Fury non è.
Non è Odyssey 2, non è Sunshine 2, non è 3D World 2, non è un gioco “completo” (again, dalle 3 alle 6 ore). Ma allora come funziona?

Il mondo di gioco è diviso in varie grosse isole, ognuna con un suo percorso a ostacoli e numerosi obiettivi da completare per ottenere i collezionabili di turno, i cento Solegatti (in inglese “Cat Shine”, e posso dire che hanno mancato in pieno l’opportunità di far apparire il messaggio “SHINE CAT” quando ne prendi uno? L’ho detto). Ma non è tutto: l’intera avventura è scandita dall’enorme Bowser oscuro che giace in mezzo alla mappa e periodicamente si risveglia per fare casini. Da quasi ogni punto della mappa, in pieno stile Majora’s Mask, potete girare la telecamera e controllare a che punto è il risveglio del titano, ma comunque prima che accada sarete avvertiti dalla vibrazione del controller, da una pioggia battente e dalla tremarella di Junior. Cosa succede quando Bowser è sveglio? Semplice, in tutto il mondo piovono lapilli e grosse rocce (a volte utilizzabili per facilitare il platforming, palle di fuoco permettendo) e il kaiju ogni tanto sparerà un raggione nucleare dalla bocca. In ognuna delle isole che compongono il mondo ci sono degli speciali blocchi con la faccia di Bowser, che possono essere distrutti solo attirando il suddetto raggione. Quasi sempre nascondono un Solegatto, e proprio prendere un Solegatto è il modo per far tornare dormiente Bowser. Altrimenti basta aspettare un po’. A proposito di aspettare, se a mancarvi sono solamente i Solegatti nascosti dietro i blocchi è quello che dovrete fare, perché non sembra esserci modo di svegliare il bestio a comando. Non sembra, ma in realtà c’è un modo: …scansionare un amiibo di Bowser. Che io purtroppo non ho quindi non posso dirvi quanto bene funzioni, ma comunque l’attesa non è troppo snervante.

Riguardo alla dimensione del mondo… azzarderei un “due-due e mezzo mondi di Odyssey di quelli piccoli?” Certo, il debutto di Mario su Switch riproponeva già l’esplorazione libera, ma comunque divisa in livelli a compartimenti stagni e con una mappa del mondo. Le sezioni di esplorazione dell’open world in Bowser’s Fury sono inframezzate dalle battaglie di Mario Gatto Super Saiyan contro Bowser gigante, che si sbloccano andando avanti raccogliendo una certa quantità di soli, e una volta completate fanno emergere nuove isole per proseguire l’avventura. Direi che sono ben fatte, la musica è epica e sono abbastanza adrenaliniche, e non sono nemmeno sempre uguali: Bowser impara nuove tecniche andando avanti. La battaglia “finale” si sblocca dopo i 50 Solegatti, così l’altra metà è completamente opzionale.
Il maggior difetto di Bowser’s Fury è che, sfide di platforming a parte, dopo un po’ le missioni dei Solegatti diventano ripetitive. Sono cinque per area, e sono sempre le stesse. C’è sempre “batti il boss” (tutti riciclati da 3D World, che già aveva il problema dei boss ripetuti), c’è sempre “fai distruggere i blocchi a Bowser”, c’è sempre “raccogli la chiave”, avete capito. Anche i Solegatti che si trovano tra un’isola e l’altra riciclano spesso le sfide, non credo ce ne sia una sola che accade una sola volta. Nonostante questo, le ambientazioni in cui queste sfide si svolgono sono abbastanza diverse l’una dall’altra.
Ma come direbbe un cinquantenne nel 2016 “e Bowser Junior cheffà?” Non molto, devo dire. A inizio gioco è possibile scegliere quanto il Koopino dovrà aiutarci, fra “tanto”, “poco” o “per niente”. In single player il suo aiuto consiste nell’indicare i punti dove fare uno schianto a terra o dove c’è un blocco invisibile, e di tanto in tanto andrà sua sponte a sconfiggere un nemico o a raccogliere monete per noi. È anche possibile controllarlo, indicandogli dove andare con gli stessi comandi pseudo-touch già visti in 3D World. Può essere utile per raccogliere un collezionabile o sconfiggere un nemico fuori dalla nostra portata, anche se tende a incastrarsi in tutto.

Ok Comem, ma ancora non ci hai parlato dei gatti. I gatti, amici miei, sono dappertutto. Ogni cosa in Bowser’s Fury è gatto, anche i nemici che non avevano avuto l’onore di una forma felina in 3D World. Perfino i gabbiani sono gatti, cosa abbastanza cursed, e quello che non è da subito un gatto lo diventerà prima della fine della storia. Appaiono anche tre missioni (sia mai una sola) dove dovremo riportare tre gattine tricolori (sapevatelo: i gatti a tre colori sono tutte femmine) alla mamma gatta che piange disperata. No, che state dicendo, non mi è assolutamente venuto da piangere vedendo la mamma gatta triste.
Oh, anche Toadette fa un’apparizione, in cui ci chiederà di recuperare per il mondo i membri della Truppa Toad. Lo dico perché possiamo tirare un sospiro di sollievo: anche stavolta Toadette non è stata cancellata. E quando dico “chiederà”, intendo che apparirà sulla sua testa un fumetto senza dialogo che indica cosa vuole. Ho notato una sospettosa mancanza di dialoghi in quest’avventura… è anche vero che in gioco non ci sono molti altri personaggi con il dono della parola (o dei versetti gibberish) oltre a Mario e Bowser Junior. Ma non mi preoccuperei troppo, credo semplicemente che volessero risparmiare su scrittori e traduttori.
Per quanto riguarda la grafica dei due giochi, è più che ottima, anche se non sono un fan delle strane “ombre bianche” che hanno i personaggi, è davvero bella da vedere. Unica cosa, Bowser’s Fury in particolare non è esente da cali di framerate, in particolare nelle fasi di Bowser-incacchiatura.
Dovrei comprare Super Mario 3D World + Bowser’s Fury?
E siamo di nuovo giunti alla parte scomoda della recensione, quella in cui mi guardate negli occhi e mi chiedete: “ma allora li vale 60 fischioni?” E io che ve posso di’ regà, è pur sempre un gioco del 2013 reimpacchettato con poche migliorie, sebbene tra i porting di Nintendo Switch sia quello con i contenuti aggiuntivi più vasti e ambiziosi (credo, non ho giocato a Xenoblade). Se siete fan di Mario vi consiglio comunque di provarlo, perché Bowser’s Fury rimarrà un interessante esperimento di come potrebbe essere un Mario open world, sia che la serie dell’idraulico baffuto continui su questa strada sia che la abbandoni completamente. Ed esattamente come con Pikmin 3, se non avete mai provato l’originale su Wii U, che aspettate? Super Mario 3D World + Bowser’s Fury è fatto apposta per voi!
Dal canto mio, devo dire che ora che Super Mario Odyssey esiste, e Bowser’s Fury lo conferma, e insomma sappiamo che la serie non sarà per sempre così, questo Mario mezzo 2D mezzo 3D con livelli e nemici generici ma gameplay superbo è decisamente più gradito che al suo debutto. Penso che ora andrò sulla mia bio di Nintendoomed e rimuoverò quel “tranne 3D World” dai miei giochi preferiti.
MARIO GATTO SHOW/10
Nonostante sia comunque un gioco del 2013 venduto a prezzo pieno, lo consiglio a chiunque non abbia mai provato l’originale su Wii U. Chi non lo ha amato, forse lo apprezzerà più oggi che all’epoca. Gli altri potranno essere interessati a Bowser’s Fury, il primo (seppur breve) tentativo di un Mario open world.