Eccoci qua, finalmente è arrivato il momento della recensione vera e propria di Sakuna: Of Rice and Ruin, l’adorabile titolo di Edelweiss. Nella mia anteprima avevo già espresso un’opinione piuttosto positiva del gioco, ma ora che l’ho finito posso finalmente dirvi tutto ciò che penso a riguardo.
Come già detto nell’anteprima, la principessa Sakuna è stata inviata come punizione sull’isola di Hinoe, invasa dai demoni, per liberarla e riportarla sotto il controllo di Lady Kamuhitsuki, l’incarnazione dell’Albero della Creazione stesso. Ad accompagnarla ci saranno inoltre cinque umani che si erano per caso intrufolati nel Lofty Realm e hanno creato scompiglio nella capitale.
Sakuna quindi si ritrova a passare dalla sua vita agiata a dover riconquistare un’intera isola e nel mentre proteggere gli umani indifesi. Essendo la classica principessa viziata, chiaramente prova una notevole ostilità nei confronti di queste persone, che lei ritiene responsabili del suo esilio. Già da questo è facile capire come si svilupperà il suo personaggio e vi dico subito che sì, crescerà diventando una persona gentile e amata da tutti per la sua generosità. Nonostante lo stereotipo, però, la sua crescita è genuina e avviene in una maniera assolutamente naturale durante la storia, portandomi ad adorarla verso la fine del gioco.
Ma che cos’è un dio?
Non sono da meno, però, gli altri personaggi che abitano questo piccolo colle. Anche se all’inizio possono apparire come delle macchiette, presto conosceremo sempre di più della loro storia e dei loro obiettivi, che possono offrire simpatici spunti di riflessione e discussione sull’esistenza umana. Non vi aspettavate filosofia in un hack ‘n’ slash vero?
Il fatto poi che ognuno di essi abbia un diverso background sociale e culturale porta loro stessi ad affrontare queste discussioni quando si riuniscono a cena la sera. L’esempio più lampante è Myrthe, una missionaria venuta da terre lontane per insegnare la fede nel suo dio, Formos. Visto che gli altri sono abitanti dello Yanato (un versione fittizia del Giappone) e seguono una sorta di shintoismo, uno dei temi è proprio il concetto di religione e divinità. Tauemon in particolare, essendo un samurai, spesso si trova a parlare con lei delle loro differenze culturali e filosofiche, ma riesce anche ad evidenziare certe similitudini nei loro culti. E anche Sakuna, che ricordiamo essere una divinità, ci mette del suo ogni tanto.

A questo punto forse vi sorge un dubbio, ma se Tauemon è un samurai, perché lui non aiuta la difesa della fattoria? Beh si dà il caso che, nonostante lui appartenga alla classe guerriera, non sia assolutamente in grado di maneggiare una spada. O di fare qualunque cosa di pratico se vogliamo essere precisi. Il suo ruolo principale è di consigliare la giovane dea del raccolto nelle sue attività agricole, vista la sua vasta conoscenza a riguardo.
Coltivare riso: il miglior gioco di strategia del 2020
A proposito della coltivazione del riso, non mi sarei mai aspettato di dirlo, ma è onestamente divertente come meccanica. Sakuna: Of Rice and Ruin infatti è un RPG piuttosto anomalo per quanto riguarda la crescita del personaggio, dove il livello e le statistiche della protagonista sono legati alla qualità del riso coltivato. Questa è divisa in sei caratteristiche, ognuna legata a una delle statistiche di Sakuna, ad esempio Aesthetic è legata alla fortuna, l’Aroma alla magia e così via.
Ciò che rende la gestione della fattoria così divertente è il fatto che si possa controllare il miglioramento di ogni statistica agendo in determinati modi durante l’intero anno, dall’aratura fino alla trebbiatura. Per esempio si può cambiare il modo in cui si piantano i semi, la quantità di acqua fornita, quando si raccoglie il riso. Tutto questo influenza in maniera maggiore una o più caratteristiche del nostro riso quando avremo terminato l’annata. Inizialmente il gioco non dirà molto a riguardo, quindi conviene seguire i consigli di Tauemon per migliorare la resa finale. Una volta che avremo abbastanza riso, potremo iniziare a scambiarlo con la capitale per beni di lusso, tra cui manuali che illustrano svariate tecniche.

Grazie a questa meccanica, gli sviluppatori sono riusciti a rendere molto variegato e interessante un elemento che altrimenti sarebbe risultato monotona e noiosa dopo poco tempo. Ma non finisce qui, infatti ci sono alcuni elementi casuali, come il tempo atmosferico, malattie e insetti, di cui bisogna tener conto per rispondere prontamente e proteggere il prezioso raccolto. Insomma, se pensavate che questa componente del gioco potesse essere noiosa, non preoccupatevi, potrete facilmente sbizzarrirvi con tutte le tecniche e modalità disponibili. E poi è estremamente soddisfacente veder salire le statistiche di Sakuna, anche se non è l’unico elemento di personalizzazione che il gioco offre.
Create la vostra Sakuna
Oltre alle tecniche speciali di cui vi ho parlato nell’anteprima, ci sono infatti anche armi, vestiti, maschere e cappelli che offrono diverse abilità passive. Ogni singolo pezzo di equipaggiamento infatti contiene degli slot che possono o essere liberi o occupati da un’abilità preimpostata. Inizialmente gli slot saranno pochi, così come i talismani stessi che vi possono essere equipaggiati e che conferiscono la relativa abilità. Queste sono tantissime e vanno da un semplice incremento di una statistica, all’aumento del danno inflitto, delle risorse raccolte e così via.
Provare e sbizzarrirsi sono le parole chiave di Sakuna: Of Rice and Ruin. Volete fare una build che usi la magia perché il riso vi è uscito con un aroma particolarmente alto? Equipaggiate Divinity e ogni vostro attacco sarà basato sulla magia anziché sulla forza. Volete usare la scarsissima scopa che avete trovato nel magazzino a inizio gioco? Beh con Broomstick Awakening la sua potenza scala in base alla vostra magia, superando anche alcune delle armi finali.

Proseguendo nel gioco, Yui e Kinta impareranno a maneggiare tutti i nuovi materiali che Sakuna trova nei suoi viaggi per l’isola, così da poter creare equipaggiamenti sempre nuovi. Kinta in particolare è il fabbro del villaggio e creerà le armi, o meglio, gli strumenti da lavoro che lei usa per combattere. La dolce Yui invece è un’abile tessitrice e confezionerà per noi abiti e cappelli, con svariate abilità. C’è da dire, inoltre, che anche se alcune armi possono apparire più forti di altre in termini di potenza, specifiche abilità passive possono renderle di pari livello o addirittura migliori. Lo stesso vale ancora di più per il resto degli equipaggiamenti, visto che questi non hanno statistiche ma solo abilità. Ad esempio certi abiti sono migliori per combattere, altri per raccogliere risorse e altri ancora migliorano la produzione del riso.
Purtroppo i colori non riescono sempre
Come accade per molti titoli su Nintendo Switch, anche in questo caso il lato tecnico è quello dove sono presenti i principali, seppur pochi, difetti del gioco. In particolare dal punto di vista grafico, nonostante i bellissimi colori facciano generalmente un buon lavoro a nasconderlo, ogni tanto si notano texture non in alta qualità e i modelli un po’ sgranati. L’esempio più lampante (ma fortunatamente anche uno dei rari) è la scena qui sotto presa dai titoli di coda, dove questi problemi sono tutti evidenti.
Per quanto riguarda il frame rate, ci sono stati dei brevissimi momenti di cali pesanti, specialmente nelle fasi finali del gioco, dove le mosse di Sakuna tendono ad avere molti effetti visivi e il numero di nemici a schermo diventa piuttosto alto. Ma come detto questi difetti sono piuttosto rari e comunque sopportabili, difficilmente inficeranno l’esperienza di gioco o causeranno un gameover.

Un mix perfetto
Onestamente non saprei indicare un punto forte di Sakuna: Of Rice and Ruin, per il semplice fatto che ci sono tanti elementi che lo rendono fantastico. Il sistema di combattimento estremamente soddisfacente da imparare e padroneggiare, la grandi possibilità di personalizzazione e la componente farming simulator si mescolano perfettamente per creare questo titolo. Anche se lo iniziate solo per uno di questi aspetti, è facile venir risucchiati negli altri per quanto sono ben eseguiti e incorporati nel gameplay. A fare da condimento ci sono poi le musiche, che riescono sempre a completare l’atmosfera della situazione, e i suoi personaggi, che anche se stereotipati risultano facilmente molto gradevoli.
RISO BIANCO/10
Come detto, Sakuna: Of Rice and Ruin riesce a mescolare perfettamente uno stile di combattimento frenetico con elementi da farming simulator, amalgamandoli con una simpatica storia e dei personaggi adorabili.