Con novembre già iniziato, il clima natalizio è già nell’aria e ha preso il posto di quello di Halloween. Io però sono rimasto un po’ indietro, perché sono stato impegnato a cacciare i fantasmi nel remake per 3DS di Luigi’s Mansion. Nonostante sia un gioco di 17 anni fa, per me che non ho mai avuto un GameCube è stata la prima volta che esploravo il palazzo infestato di Luigi; l’unico metro di confronto che avevo erano dunque i miei (vaghi) ricordi del secondo capitolo, preso al lancio. Mi fa sempre strano quando gioco a una serie in disordine. In ogni caso, diamo il via a questa recensione!
Era una notte buia e tempestosa…
Il gioco inizia con Luigi che si dirige verso l’enorme villa che ha vinto a un concorso al quale non aveva partecipato. Visto che l’idraulico verde non è esattamente una cima in intelligenza, ci va a notte fonda, sapendo che Mario lo aveva preceduto per dare un’occhiata all’abitazione sospetta. E infatti, al suo arrivo Luigi scopre che Mario è scomparso e che il palazzo è infestato dai fantasmi. È qui che appare per la prima volta il professor Strambic, la cui comparsa si rivela estremamente fortuita per il nostro protagonista, perché decide di aiutarlo a salvare suo fratello e a liberarsi degli spettri. Come? Con il Poltergust 3000, un’invenzione geniale che permetterà a Luigi di risucchiare i fantasmi, dopo averli temporaneamente storditi con una torcia.
La magione di 4 piani presenta numerose stanze, ognuna delle quali dovrà essere esplorata da cima a fondo per debellare gli spiriti che la abitano. Fortunatamente, il gioco ci indica il via libera quando le luci si accendono, sebbene ci sia qualche raro caso in cui un corridoio o una scalinata rimangano al buio (con conseguente mio disappunto perché mi sarebbe piaciuto vedere tutte le luci di casa accese). Nonostante il palazzo di Luigi sia così vasto, però, la sua esplorazione si rivela tristemente lineare. Inizialmente quasi tutte le porte sono chiuse a chiave, e quindi la prassi sarà esplorare prima quelle accessibili fino a trovare una chiave, andare a vedere la nuova stanza aperta (o la serie di stanze, nel caso in cui aprire una porta ci conduca a più locali già accessibili tra di loro), recuperare una nuova chiave e ripetere il processo finché non andremo a finire contro un boss. In questo caso, dopo la battaglia verremo immediatamente riportati alla base. Il gioco stesso divide quindi la villa in 4 zone (non necessariamente connesse tra di loro), che diventano man mano accessibili sconfiggendo i boss. Tuttavia, ogni chiave corrisponde a una porta specifica, e non ricordo neanche una volta in cui è possibile trovarne più di una per scegliere quale stanza visitare prima. Di certo è una linearità leggermente più mascherata di quella di Luigi’s Mansion 2, che divide addirittura il gioco in più ville separate che non possono essere visitate senza completare quelle che vengono prima… però avrei di certo apprezzato un po’ di libertà in più.

Poltergust 3000 2.0
Per quanto riguarda il gameplay, sono stati apportati numerosi miglioramenti al titolo originale. Prima di tutto, il Game Boy Horror, un comodo aggeggio che indica la mappa, i fantasmi catturati e quant’altro, adesso è sempre visibile sul touch screen. Con la struttura intricata della villa e le numerose porte finte, è fantastico avere la mappa sempre sotto mano senza dover continuamente aprire e chiudere un menu. Inoltre, è possibile decidere all’inizio della partita se utilizzare la classica torcia originale oppure lo Strobobulbo, una variante apparsa in Luigi’s Mansion 2 che può essere caricata per emettere un fascio di luce più ampio, capace di colpire più fantasmi insieme con facilità. Personalmente, non avendo mai provato l’esperienza originale ho preferito farne a meno, ma di certo è un’aggiunta carina per chi la preferisce. Ho invece trovato scomodo l’utilizzo della croce direzionale per mirare con il Poltergust 3000, ma visti i tasti a disposizione del 3DS sarebbe stato migliore soltanto con una seconda levetta analogica. Non avendo il modello New né la periferica aggiuntiva (che comunque non sono sicuro sia compatibile), è stato particolarmente difficile mirare nelle battaglie contro i boss, le quali spesso richiedono di aspirare qualcosa da sparare contro il nemico. Una cosa che è stata fortunatamente mantenuta dall’originale è una funzione del tasto per interagire con l’ambiente circostante: quando non c’è niente da ispezionare nelle vicinanze, il povero Luigi chiamerà suo fratello.
Ma a proposito di boss, un’altra aggiunta del remake è la possibilità di co-op con un secondo giocatore che controllerà Gommiluigi, una versione più molle e gelatinosa di Luigi. Per esplorare la villa insieme, entrambi i giocatori dovranno possedere una propria scheda di gioco, mentre ne sarà necessaria solo una per affrontare di nuovo dei boss già sconfitti, facendo uso della modalità download. Probabilmente giocare in due è un’esperienza abbastanza divertente, ma purtroppo non ho avuto modo di provarlo di persona. Va da sé, quindi, che è possibile completare il gioco da soli senza problemi, come era stato concepito fin dall’inizio.

I vecchi inquilini
L’esplorazione della villa, per quanto sia lineare come già detto, di sicuro non annoia. Ogni nuova stanza può nascondere tesori da intascare o fantasmi da risucchiare. Anche le stanze già visitate, una volta ottenuto il radar per scovare i Boo, possono essere esplorate una seconda volta. Essi si nascondono soltanto dove ci sono già le luci accese, e bisogna catturarne il più possibile per poter completare il gioco raggiungendo la tana di Re Boo. Tra le altre cose, ci sono perfino dei fantasmi “speciali”, che da vivi abitavano la magione. Essi possono essere catturati soltanto risolvendo enigmi per capire il loro punto debole. Non sono tutti obbligatori da ottenere, ma sono un buon modo per spezzare il ritmo tra una battaglia e l’altra contro gli spettri generici.
A proposito di enigmi, mi ha particolarmente intrigato il sistema degli elementi. Esplorando la villa, sarà possibile ottenere il potere di risucchiare nel Poltergust 3000 spiritelli di fuoco, acqua o ghiaccio. Cosa che si rivela necessaria per sconfiggere certi nemici o risolvere alcuni rompicapi. Per esempio, potremo dover usare il fuoco per sciogliere il nucleo di ghiaccio di un fantasma, oppure sfruttare il ghiaccio per congelare l’acqua di una vasca nella quale risiede uno spettro. Le munizioni sono limitate ed è possibile tenere solo un elemento alla volta nel Poltergust, però gli spiritelli si possono trovare facilmente in qualunque punto della casa che contiene il rispettivo elemento. È un po’ un peccato che questa meccanica non sia stata utilizzata nel seguito. Speriamo che nel famigerato Luigi’s Mansion 3 ritorni!

In conclusione
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DA BRIVIDI/10
- Grafica e sonoro migliorati.
- Il Game Boy Horror posizionato sul touch screen è comodissimo.
- L’esplorazione non risulta mai noiosa o ripetitiva.
- Un po’ troppo lineare.
- La croce direzionale non è molto adatta a mirare.
- Dura troppo poco.
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