Link’s Awakening: la migliore storia dei videogiochi

5 min.
13.10.2014
A ruota libera


Questo è un articolo che ho sempre voluto fare, molti sanno che la serie di Zelda è la mia preferita, Link’s Awakening è stato il mio primo gioco della saga e lo adorai.
All’epoca non sapevo bene l’inglese, ma rigiocandolo scoprii la bellezza della sua trama.
Oggi sono qui per cercare di spiegarvela.

Uno storytelling minimale

Prima di addentrarmi meglio all’interno della storia, vorrei soffermarmi su come questa viene raccontata:  in Link’s Awakening non abbiamo cutscenes se non una iniziale ed una finale, tutto si risolve in poche textbox.
Può sembrare una scemenza, ma non lo è: spesso alcuni giochi pieni di cutscenes *coff coff OoT *coff coff vorrebbero offrire un migliore storytelling, il che è legittimo, ma non fanno altro che sottolineare la differenza fra le fasi di gameplay e quelle in cui la storia va avanti, creando due blocchi di esperienza separati.
In Link’s Awakening invece la storia si mescola in modo perfetto al gioco, creando un esperienza unica, il gameplay non è un mezzo attraverso il quale arrivare al prossimo punto dalla storia: il gameplay è la storia stessa che viene creata attorno a te mentre giochi, anche se la trama non avanza, il giocatore fa delle esperienze che non sono di puro gameplay, perchè lui stesso mentre gioca si farà domande sul mondo circostante.
Ecco il mondo: il modo in cui è stato disegnato riflette il concetto che sto cercando di esprimervi: Koholint è abbastanza “open” MA abbastanza piccola per risultare confortevole: l’esplorazione non avrà il gusto di una avventura, ma più come un iniziare a sentirsi a proprio agio in una nuova città dopo esserti trasferito, ci sono pochi personaggi che hanno ancor meno dialoghi, ma vederli e rivederli ti ci fa emozionare, ed è proprio il fatto che siano così pochi che te li rende memorabili.
Questo è l’ambiente in cui ci si muove in Link’s Awakening, ed è il punto di partenza per iniziare a giocare con i vostri sentimenti.

Voi siete Link

LA_fanart13

Una piccola nota.
In quasi tutti i giochi in cui voi dovreste immedesimarvi completamente con il protagonista, non necessariamente quelli di Zelda, vi viene fornito un background.
In questo gioco no: Link si trova in un nuovo mondo da esplorare esattamente come voi, questo crea un particolare dualismo come vedremo, perchè vi confonderete alla perfezione dentro di lui, per cui fungerà davvero da collegamento fra voi e il mondo, invece di offrirvi un’immagine filtrata.

Marin

art_sterile_linkmarin

I want to know everything about you… err… ha ha ha ha

Come se tutto ciò non bastasse, Nintendo è riuscita a creare un personaggio perfetto, di cui è impossibile non innamorarsi.
Definire Marin una waifu sarebbe sminuirla, e di tanto anche, perchè non la troverete attraente (In fondo non è che uno sprite minimale, e anche negli artworks non è questo granchè).
No, Marin è qualcos altro: va a toccare le corde dei vostri sentimenti più puri, è quasi… materna, vi ha trovati lei sulla spiaggia e portati a casa, ogni volta che passate per Koholint vi canterà quella specie di ninna nanna.
Eppure è vero anche il contrario, siete voi stessi a vedere Marin come una bambina da proteggere, come quando siete sulla spiaggia e vi rivela che lei non sa cosa ci sia oltre il mare e che le piacerebbe volare ed essere libera.
Verso la fine, Marin si dichiererà quasi a voi, ma ormai avrete praticamente scoperto la verità.
Una verità triste, che anche lei vi avrà spinto a trovare.

Say… (Player) … 

Uhh… I don’t know how to say this… but…

Hunh?! Tarin??!
… … … …
Uh… Nevermind, I… I gotta go!

Il mistero di Koholint

Arrivati a metà gioco, avrete preso degli strumenti musicali… sapete che dovete svegliare il windfish, ma non esattamente il perchè.
Sarà qui che il gufo vi parlerà della southern face shrine, e vi dirà che dovrete trovare una chiave al suo interno.
Una volta entrati, troverete un tempietto e un miniboss, cose di normale ordine no?
E invece c’è un presagio.
Questa musica.


Sconfiggete il miniboss e leggete la tavoletta di pietra…

Legend_of_the_Wind_Fish

THE ISLE OF KOHOLINT, IS BUT AN ILLUSION… HUMAN, MONSTER, SEA, SKY… A SCENE ON THE LID OF A SLEEPER’S EYE… AWAKE THE DREAMER, AND KOHOLINT WILL VANISH MUCH LIKE A BUBBLE ON A NEEDLE…

E crolla tutto.
Tutto era un’illusione, Marin non esiste, l’isola non esiste, è solo un sogno all’interno del quale il windfish è intrappolato, e ci siete finiti anche voi.
E’ questa la parte più emozionante della serie di Zelda, perchè non colpisce solo Link personaggio nel personale, ma altrettanto voi, voi vi ricordate che era tutta un’illusione perchè non state facendo altro che giocare a un videogioco: anche voi vi siete affezionati a un mondo e a dei personaggi inesistenti, e non solo a questo: a tanti altri, e come Link farà scomparire il mondo svegliando il windfish, la stessa cosa farete voi, perchè il gioco sarà finito e non avrete più da avventurarvi.
Il gufo vi rassicura, dicendo che nessuno è sicuro che sia vero, ma ormai sapete e siete sicuri che è così, peraltro vi viene puntualmente ricordato nel dungeon successivo, dove oltre alla musica piena di tensione che vi viene fatta ascoltare, il boss vi ricorda che facendo svegliare il windfish scomparirà tutto.

Il windfish si sveglia, cosa significa?

Ovviamente a fine gioco il windfish si sveglierà, e tutto andrà in bolle, ma una domanda sorge, voi lo avreste fatto?
Si parla di rinunciare a quello che era un paradiso, alla vita perfetta, è una domanda che ci dovremmo fare tutti ogni tanto, ma in cui il gioco ci aiuta: a quanto siamo disposti a rinunciare e per cosa?
Ed era giusto farlo? In un certo senso possiamo definire Link come il cattivo della storia: Koholint era un mondo abbastanza felice, ad eccezione degli incubi, che erano però necessari alla sua esistenza, dato che senza di loro il windfish si sarebbe svegliato e tutto andato in bolle, Link non ha fatto altro che distruggere questo mondo, che adorava anche lui.
In parole povere, un mondo può essere reale all’interno di un sogno?
E’ la divinità stessa del gioco a darci delle risposte:

BUT, VERILY, IT BE THE NATURE OF DREAMS TO END! WHEN I DOST AWAKEN, KOHOLINT WILL BE GONE…

Ogni illusione per quanto bella, deve finire, non si può vivere una vita dei sogni, bisogna prendere coscienza di ciò che è vero e vivere in questo, non possiamo rinchiuderci nella fantasia, ma questa può far parte di noi ed accompagnarci nella nostra lotta contro il mondo.

Link , some day you will leave this island… I just know it in my heart… …Don’t ever forget me… If you do, I’ll never forgive you!

-Marin

Il genio di questa trama

Per finire, voglio parlare dell’originalità della trama.
Oltre che la modalità con cui è proposta, riesce a non essere blanda, il clichè del sogno è usato in un modo nuovissimo visto che ciò che importa non è che alla fine ci si sveglia, ma la decisione che si prende: se svegliarsi o no.
Inoltre, questa non è una storia del bene contro il male, no, qui le due fazioni sono praticamente inesistenti, ne del solito “l’amore vince tutto”, è un messaggio ancora oggi fresco, che purtroppo non vedo in giro.
Si tratta del saper rinunciare ad una bella vita, alla propria felicità, per perseguire la verità, si tratta di non accettare la soluzione semplice con l’amaro in bocca, e di saper superare la propria frustrazione per vivere il mondo nella sua interezza, rinunciando anche all’affetto per fare la cosa giusta, a differenza di quello che molti media ci propinano oggi per cui le relazioni di amore-amicizia-parentela sono le uniche cose importanti.
E’ la storia di come si diventa grandi.