Kowloon High-School Chronicle – RECENSIONE

5 min.
25.06.2021
Recensione


Kowloon High-School Chronicle ci racconta la storia di Kuro Habaki, un giovane studente liceale giapponese che si è appena trasferito nell’istituto Kamiyoshi di Tokyo. Per studiare, direte voi, ma essendo questo un gioco giapponese la risposta è ovviamente no!

Kuro Habaki è infatti in realtà un cacciatore di tesori appartenente alla Rosetta Society, una società che si occupa di recuperare tesori perduti in giro per il globo. A quanto pare, infatti, la scuola nasconde un grande mistero: delle rovine egizie nascoste sotto il cimitero.

Insomma, imbracciamo il fedora, la giacca in pelle e la frusta e andiamo all’avventura!

La prima esplorazione

Il gioco inizia con una missione introduttiva che servirà a prendere la mano con il sistema di esplorazione e combattimento, nonché il sistema H.A.N.T.

Quest’ultimo è un mini terminale a cui avremo sempre accesso, dotato di numerose funzioni: guide ai comandi, alle abilità, approfondimenti sul gioco e anche e soprattutto mail. Queste ci verranno inviate sia dalla Rosetta Society, sotto forma di gazzetta ufficiale con consigli per l’avventura, sia dai nostri compagni di scuola, che ci terranno a farci sapere quanto vogliono bene alle rocce (non sto scherzando).

L’esplorazione e il combat system hanno invece un sistema dungeon crawler con visuale in prima persona. Ci muoveremo infatti su una griglia, ben definita dalla minimappa in alto a sinistra, e potremo interagire con i vari elementi dello scenario.

I dungeon si dividono in stanze e ognuna di esse avrà un puzzle da risolvere. Questo per me è in assoluto il punto di forza di Kowloon High-School Chronicle, essi infatti sono studiati molto bene, e andranno dal semplice interagire con leve e statue per sbloccare la porta successiva fino al combinare determinati oggetti del nostro inventario per sciogliere catene.

Per quanto riguarda il combat system invece, ammetto di non averlo apprezzato particolarmente. Durante l’esplorazione, potrebbero presentarcisi davanti dei mostri, e premendo il tasto R switcheremo dalla modalità esplorazione a quella di combattimento.
Qui tutte le azioni che eseguiremo, compreso il movimento, avranno un costo in AP, Ability Power, indicato in basso a sinistra.

In basso a destra invece avremo le nostre armi equipaggiate, di default un fucile mitragliatore, un coltello e delle “granate fumogene” che per qualche motivo non ben specificato faranno più danno di una nucleare.

La battaglia è a turni, ogni volta che termineremo i nostri AP sarà il turno dei mostri, finito il loro turno toccherà nuovamente a noi.
Posso garantirvi che nel 90% dei casi la battaglia si svolgerà così: vai dal mostro, spamma il coltello, ripeti.

I fucili infatti faranno davvero poco danno, anche se ci offrono la possibilità di colpire i punti critici dei mostri per aumentarlo. In ogni caso, faranno comunque meno male del semplice coltello. Se a questo aggiungiamo che le munizioni sono ovviamente limitate e costano non poco, il genovese che è in tutti noi farà sì di dimenticarsi dell’esistenza del fucile se non in casi di assoluta necessità.

“Si chiama Fuffi, è un coccolone, non morde mica!”

Arrivati al boss di questo livello introduttivo, prenderemo la reliquia che stiamo cercando, usciremo dalle rovine e… ovviamente arriverà il cattivone cattivissimo di turno che vuole rubarci il tesoro appena recuperato.
Riusciremo a scappare, ma come tutti i film d’azione ci insegnano, sappiamo bene che non finirà qui.

Le citazioni pop

Come avrete già notato, Kowloon High-School Chronicle è un gioco che pesca a piene mani da quella che è forse la mia saga cinematografica preferita, ossia Indiana Jones. Lo si nota sin dal titolo introduttivo, che usa lo stesso identico font dei titoli dei film.
Ammetto che, a parte la saga di Metal Gear, ho giocato davvero pochi giochi giapponesi ispirati ai fenomeni pop della cultura occidentale, ma la cosa non mi dispiace nemmeno un po’.
Oltre al caro Indy, il gioco prenderà a piene mani anche da uno degli anime più famosi di sempre: Cowboy Bebop. La OST infatti è in pieno stile jazz, e anche il filmato introduttivo che vedremo all’inizio di ogni capitolo a mo’ di sigla di un anime ricalcherà tantissimo quella del noto anime. Vedere per credere.

Esplorando la scuola

Alla fine del tutorial, ci presenteremo a un check-up medico dove decideremo tutti i dati del nostro personaggio: peso, altezza, gruppo sanguigno e… pagella scolastica.

Infatti, le nostre statistiche non saranno le classiche di ogni RPG, ma verranno rappresentate dai nostri voti scolastici. Giocando guadagneremo esperienza, spendibile per migliorare i nostri voti.
Una chicca decisamente simpatica!

Terminato il check-up, ci diranno lo scopo della nostra prossima missione: infiltrarci in una scuola giapponese come studente per poter indagare sulle rovine di una super civiltà passata presenti sotto la scuola.

Andremo quindi a Tokyo, all’istituto Kamiyoshi, e qui inizierà la nostra avventura.

Si presentano a noi i nostri compagni di classe: Asuka Yachiho, una curiosona sempre pronta ad aiutare gli altri e Koutaro Minakami, uno studente svogliato che starà più volte in infermeria per saltare le lezioni che in classe.

Tutta la mattinata scolastica sarà una visual novel a tutti gli effetti, dove potremo interagire con tutti gli altri personaggi.
La cosa più particolare di questa parte è il sistema di emozioni: nel mezzo dei dialoghi comparirà una sorta di orologio con varie opzioni disponibili che indicano il nostro sentimento rispetto a quanto è stato detto.
Peccato che siano scritti in maniera illeggibile, e quindi le prime volte andremo completamente a caso.
Probabilmente questo è un problema di adattamento dai kanji della versione originale all’inglese, che poco si presta a questo stile visivo.

Oltre alla parte visual novel, avremo anche modo di esplorare la scuola nell’intervallo pomeridiano, potendo così raccogliere oggetti sparsi in giro, comprarne dal bidello più pervertito del Sol Levante e dialogare con tutti i vari personaggi secondari.

In ogni caso, i dialoghi e i personaggi sono scritti molto bene, risultando sempre interessanti e mai banali. Certo, vi sono sempre i classici stereotipi da anime giapponese, ma anche questi sono usati sapientemente e non risultano irritanti come spesso può accadere andando a riutilizzare certi trope narrativi.

Sul resto della trama non voglio dirvi nulla: Kowloon High-School Chronicle sa regalare dei bei colpi di scena, e lascio a voi il piacere della scoperta.

Per concludere

Quello che non ho detto fin’ora è che Kowloon High-School Chronicle è in realtà una remastered di un gioco del 2004, uscito esclusivamente in Giappone per PS2.
Si tratta inoltre di uno spin-off di una saga videoludica nipponica, Tokyo Majin Gakuen Denki, anch’essa mai uscita in occidente a eccezione dell’altro spin-off Tokyo Twilight Ghost Hunters.

Prima di giocare Kowloon, ammetto che nonostante sia un weeb senza speranza non ne avevo mai sentito parlare, eppure è una saga di grande successo, con ben 12 giochi e svariati anime e manga collegati a essa.
Probabilmente l’uscita di questo titolo da noi servirà anche a sondare le acque e vedere se portare altri titoli di questa saga in occidente.

Ammetto che Rui Li racchiude in sé svariati miei fetish

Nonostante quindi i quasi 20 anni sulle spalle, Kowloon High-School Chronicle è invecchiato bene.
Certo, non è un titolo per tutti. Si tratta infatti di un gioco lungo, e lo stile e tematiche trattate non sono esattamente per chiunque.
Personalmente lo consiglierei molto agli anime fan più incalliti, o a chi ha apprezzato titoli come gli Zero Escape o i più famosi Persona.

Probabilmente la pecca più grande rimane il combat system, estremamente limitato e ripetitivo, ma tolto quello il titolo resta molto godibile.

Un altro piccolo appunto che voglio fare è per il prezzo: attualmente è disponibile a soli 30€ sullo shop Nintendo senza nessuno sconto, e considerando tutto quello che il gioco offre il rapporto qualità-prezzo è decisamente ottimo.

WALK LIKE AN EGYPTIAN/10

Kowloon High-School Chronicle è un titolo per weeb incalliti, e appunto per questo non per tutti.
Il battle system risulta ripetitivo, ma i puzzle, la storia e i personaggi ci fanno dimenticare facilmente di questo problema.
Consigliato quindi agli amanti degli anime, dei giochi lunghi e dei film di Indiana Jones.
Sconsigliato a tutti gli altri.