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Il (profondo) filo rosso: da Dario Argento a Yoshio Sakamoto

6 min.
13.05.2021
Editoriale


Cinedoomed

Nel primo articolo su Famicom Detective Club di qualche tempo fa abbiamo accennato alla dichiarata ispirazione del gioco all’opera del regista Dario Argento.
Abbiamo approfittato dell’occasione per chiedere al nostro amico Marcello “Parelion” Cascio di Cinewriting (qui anche il suo profilo Instagram) di dirci qualcosa su questo autore e sulle possibili e probabili influenze sulla serie di adventure game.
Buona lettura!

Gli archivi di Nintendo sono ricchi di titoli lasciati in sospensione, come in un sonno criogenico. Tra questi, prossimamente potremo finalmente fare esperienza di Famicom Detective Club, grazie ai remake su Nintendo Switch. Questa saga nasce nel 1988, creata da Yoshio Sakamoto, alla sua prima esperienza da Scenario Writer, ed è la prima volta che sarà disponibile una sua release ufficiale in occidente.

In Europa potremo acquistare in digitale su eShop, assieme, Famicom Detective Club: The Missing Heir e Famicom Detective Club: The Girl Who Stands Behind. Come è intuibile dal nome, si tratta di avventure al cui cuore pulsa l’elemento investigativo, fondamentale per risolvere i diversi misteri che si incontreranno, analizzando gli ambienti e interrogando persone coinvolte. I titoli sono stati totalmente rimodernati nella presentazione, con modelli poligonali, nuove animazioni, e una regia che sfrutta le possibilità tecnologiche di Nintendo Switch.

Famicom Detective Club Cover

E a proposito di regia, in questo caso cinematografica, in un articolo di Wired del 2010 possiamo ritrovare le dichiarazioni di Yoshio Sakamoto in un panel presso la Game Developer’s Conference, in cui afferma come questi titoli siano un omaggio allo stile e allo storytelling del regista italiano Dario Argento, maestro dell’orrore, punto di riferimento nella creazione di suspense e atmosfere peculiari.

Yoshio Sakamoto su Dario Argento
“Profondo Rosso ha lasciato un segno profondo sulla mia creatività”

Partendo da questa dichiarazione, nell’articolo che state leggendo desidero indagare, esplorando anche alcune opere del regista, ovvero Profondo Rosso e Suspiria, il tipo di influenze assorbite da Sakamoto, e come queste possano esser fluite nel suo modo di dar vita a Famicom Detective Club e altri titoli. Senza voler rivelare troppo per chi non conoscesse i due film, ecco la loro sinossi. Come avvertenza, nell’articolo saranno esaminati alcuni elementi dei film di Dario Argento, ma senza particolari spoiler dei loro misteri; tuttavia, ci saranno plot point relativi a Super Metroid, altra opera di Sakamoto.

In Profondo Rosso (1975), il pianista jazz Marc Daly ritrova il cadavere di una sensitiva, Helga Ulmann, assassinata dopo una conferenza sul paranormale, e deciderà di indagare sul caso, che lo troverà coinvolto in prima persona. Come in altri film precedenti, quale “L’uccello dalle piume di cristallo” (1970), è interessante il gioco con gli spettatori, che possono notare dei dettagli che porteranno delle risposte in anticipo, oppure essere ingannati da Dario Argento.

In “Suspiria” (1977), la giovane Susy Benner si trasferisce in Germania in una prestigiosa accademia di danza. Ad attenderla ci sarà un coacervo di segreti ed inquietanti circostanze. Ancor più della precedente, questa pellicola punta sull’irrazionalità e l’elemento onirico. Ma come creare tutto questo? Parliamo di ambienti, e… atmosfera.

Il labirinto del brivido

Un’accademia dalle stanze segrete. Una villa che nasconde segreti inenarrabili. O ancora, una Torino trasformata grazie alla regia, creando per l’occasione un bar fittizio ispirato ai dipinti di Hopper. Uno dei punti più riconoscibili in questi due film di Dario Argento è la gestione degli spazi, distorti in modo da accogliere gli spettatori in un mondo diverso a cui viene data forma. Il regista mira a far ribollire in chi osserva un timore istintivo, ancor prima che la violenza esploda nei famigerati omicidi. Forse alcune soluzioni e svolte al giorno d’oggi potranno essere ritenute datate o meno efficaci, ma quel che mi preme è sottolineare l’importanza di questi processi, in un ideale filo che collega Dario Argento al maestro Mario Bava, che lo ha preceduto, e il modo in cui tutto questo è stato assimilato da Sakamoto.

Tra le tecniche utilizzate da Argento per accrescere l’inquietudine, veniamo introdotti ad elementi e dettagli privi di contesto, impossibili da afferrare e quindi misteriosi, ad esempio la carrellata di oggetti di Profondo Rosso su un fondale nero, che con l’aggressivo tema principale della colonna sonora assumono un’aura minacciosa.

Un altro esempio è il particolare uso delle luci in Suspiria (la cui fotografia è curata da Luciano Tovoli). I volti delle protagoniste Susy (Jessica Harper) e Sarah (Stefania Casini), ballerine in una scuola teatro che vede sparizioni sempre più disturbanti, diventano quasi eterei, immersi in un’illuminazione che all’occorrenza è bluastra o verdastra, immergendole e immergendoci in un sogno ad occhi aperti.

Il rosso, ad un livello quasi primitivo, si trasforma in un messaggero di morte, prefigurando il sangue versato. Questo è visibile nel prologo di Profondo Rosso, con i moderatori della conferenza che vengono completamente assorbiti da questo colore, o ancora vari dettagli cromatici attraverso il film.

Profondo Rosso di Dario Argento

Ora, trovo interessante notare lo stile degli artwork con cui sono presentati in questi poster i remake di Famicom Detective Club, e come risulti predominante la scelta dei colori.

Ispirazione di Dario Argento su Famicom Detective Club

E per concludere questa breve carrellata sull’aspetto visivo, credo sia da notare la nuova forma della opening di The Missing Heir, che riprende l’originale, aggiornandola.

Dopo trentatré anni…

…minacciosi corvi si stagliano nuovamente su un cielo rosso.

Sulle note della paura e del mistero

Parliamo dell’aspetto sonoro. In Profondo Rosso, a lunghi silenzi di attesa si alternano improvvise esplosioni, nate dagli strumenti dei Goblin, con temi che prendono un posto in prima fila nella mente, e vi si infiltrano per sempre, diventando simbolo del brivido. Nel trailer di Famicom Detective Club possiamo notare in particolare una track a 1:03 che sembra reminiscente proprio del tema principale di Profondo Rosso.

Un discorso a parte meriterebbe la nenia infantile che nel film del 1975 anticipa i brutali omicidi: a colpire è la profonda dissonanza tra il contesto idilliaco in cui normalmente immagineremmo possa suonare una melodia del genere, e il quadro in cui invece ci viene presentato, sovvertendo ogni aspettativa. Per un esempio simile nel mondo dei videogiochi, pensiamo all’utilizzo di Twinkle Twinkle Little Star in Dead Space, di Visceral Games. Come piccolo trivia, Dario Argento doppiò un personaggio in questo titolo horror. Suspiria, se possibile, sembra operare ad un livello ancora più profondo del subconscio, con un tema principale che sfrutta il bouzuki, uno strumento a corda greco, e implementa un’insistente voce che sembra richiamare da sola un mondo di follia, in cui intende trascinarci.

Il sound design non è meno importante, quando a far crescere la tensione contribuisce lo scricchiolio di un pavimento malandato, o il rumore di un oggetto sconosciuto che cade nell’oscurità… oppure, il silenzio più totale.   

Rivolgiamoci a questo proposito a Super Metroid, di Sakamoto (1994). Possiamo pensare alle sequenze finali di questo capitolo come ad un incubo ad occhi aperti, con il salvataggio in extremis di una Samus Aran soggiogata dall’ultimo nemico. Siamo inermi di fronte alla battaglia tra il Metroid legato alla protagonista, che riconosce come una figura materna, e Mother Brain, con la musica che quasi ci fa impazzire. Il sacrificio dell’essere permette a Samus Aran di rialzarsi ancora una volta, e contrattaccare. Nella battaglia che segue, a riempire lo spazio sonoro è il suono di raggi e laser, e la musica di trionfo sembra venata di tristezza per il prezzo pagato.

A questo proposito, un elemento di particolare interesse riguardante la colonna sonora dei remake di Famicom Detective Club sarà la possibilità di poter alternare al volo dal menu la soundtrack originale di Kenji Yamamoto e il nuovo arrangiamento.

Legami dall’ombra

L’oscurità è un altro asso nella manica nell’arsenale da incubo di Argento, e a mio avviso ravvisabile anche nel lavoro di Sakamoto. Analizzando l’inizio di Super Metroid (1994), ho notato un dettaglio che mi ha colpito. La cacciatrice di taglie Samus Aran, dopo aver ricevuto una richiesta di aiuto dal laboratorio Ceres, vi torna in fretta e furia. Ad attenderla, uno spazio venato di luci blu, disabitato, che diventa quasi alieno.

L’area di studio in cui era custodito il cucciolo di Metroid da lei salvato in precedenza, e analizzato da scienziati, è vuota. Esplorando ulteriormente la zona, arriva in una stanza apparentemente quieta. Il cucciolo di Metroid, in una capsula, ha solo il tempo di emettere un verso terrorizzato, prima che dal buio emergano prima un occhio affilato, e poi la sagoma di Ridley, mostruosa nemesi di Samus. Questo momento mi ha ricordato il modo in cui, in Profondo Rosso, l’occhio del misterioso assassino cercato da Marc appare dall’ombra, prima di compiere l’ennesimo efferato omicidio: in entrambi i casi, osserviamo cacciatori che attendono nell’oscurità, in procinto di terrorizzare la propria preda e avventarsi su di essa.

Super Metroid, influenzato da Dario Argento?
Uno sguardo assassino emerge…
Profondo Rosso, di Dario Argento
…come lo sguardo dell’assassino di Profondo Rosso, pronto a colpire.

In un’intervista, Dario Argento affermò “I videogiochi sono cinefili. Referenziali, ricchi di tributi e citazioni e con lo stesso realismo che troviamo nei film”.  A proposito di ulteriori riferimenti, non conosco gli sviluppi della trama di The Girl Who Stands Behind, quindi non ho un contesto preciso, ma vedere nel trailer una certa scena mi ha riportato alla mente il momento in cui in Profondo Rosso Marc investiga nella villa, con il coinvolgimento di un muro.

Non possiamo sapere se il regista e Sakamoto abbiano avuto occasione di conoscersi di persona, ma spero che con la lettura di questo speciale abbiate scoperto qualcosa sul filo rosso artistico che, in modo sotterraneo e nell’ombra, lega queste due figure di medium diversi.
Ora non ci resta che attendere e scoprire, gioco alla mano, se il risultato finale sarà all’altezza delle sue ispirazioni!