Tra tanto tempo,
in una galassia lontana…
Kai e Yu sono due giovani che hanno deciso di fuggire dall’Arnia per poter vivere assieme. L’Arnia è un sistema di pianeti in cui ogni cittadino ha un’anima gemella scelta da un organo governativo, il Sensale, con cui dovrà spendere tutta la vita. Kai e Yu ovviamente non sono stati accoppiati, quindi hanno deciso di fuggire lontano da casa. Questa è la premessa di Haven, un RPG sviluppato da The Game Bakers uscito il 4 febbraio e di cui oggi vorrei parlarvi.
Una nuova vita
Giunti sul pianeta Fonte, i giovani innamorati scoprono che ci sono molti pezzi di terra che si sono staccati dal pianeta e ora fluttuano per aria. Si troveranno quindi a dover scoprire cosa sia capitato alla loro nuova casa, mentre cercano di sfuggire alle grinfie dell’Arnia. Non è infatti solo amore, bacetti e così via, c’è un grande mistero che spinge a esplorare sempre di più il pianeta, a scoprire cosa sia successo e che ci porterà alla vera e propria (seppur breve) trama del titolo.
Questi due elementi, l’amore e il mistero, non sono però il motore solo della trama di Haven, ma definiscono anche il gameplay stesso. La sviluppo della relazione tra Kai e Yu è rappresentata da una barra che possiamo assimilare ai punti esperienza degli RPG, infatti riempiendo questa barra i due saliranno di livello e diventeranno più forti. Questi punti esperienza vengono guadagnati in maniera classica, sconfiggendo le creature corrotte, ma anche trovando particolari oggetti o consumando pasti. Questi in particolare sono molto efficaci, visto che portano brevi scene in cui i due interagiscono per esempio ricordando il passato sull’Arnia, discutendo dei loro gusti e così via, migliorando così la loro relazione. Personalmente apprezzo molto quando elementi di trama o filosofia di un gioco diventano parte del gameplay, il fatto che queste componenti si mescolino, quando non viene fatto forzatamente, rende il titolo migliore.

In Haven avviene tutto in modo naturale e diventa anche un incentivo a giocare, visto che ci porta a conoscere meglio i nostri protagonisti. Esplorando il pianeta, poi, si potranno trovare diversi ingredienti e quindi scoprire nuovi piatti, alcuni dei quali faranno recuperare più punti vita, altri daranno più punti esperienza. Ogni isolotto poi è molto diverso dagli altri per dimensioni, a livello geografico, ma anche per la fauna, la flora che possiamo trovarci. Infatti, Fonte una volta era abitato da loro simili, ma poi è stato abbandonato in seguito a qualche disastro. Per questa ragione è possibile trovare pupazzi, libri, poster, insomma oggetti della vita di tutti i giorni che andranno ad abbellire la casa e ci faranno conoscere meglio questa società del futuro, oltre a farci vedere quelle simpatiche scene tra i due.

L’amore vince tutto
Come vi ho già spiegato, però, in questo gioco non si va solo in giro sbaciucchiandosi, ma ci sono anche dei combattimenti. La fauna infatti è stata corrotta dalla ruggine, una sostanza dall’origine misteriosa che sparisce in presenza del flusso. Il flusso sarebbe una risorsa che viene usata dagli abitanti dell’Arnia per praticamente tutto, in particolare muoversi. Sfruttando il flusso, Yu e Kai possono difendersi, creare un attacco di energia o colpire con molta forza il nemico per mandarlo K.O. e poi pacificarlo, ovvero liberarlo dalla ruggine e riportarlo al loro stato naturale. Nelle prime fasi i combattimenti potrebbero sembrare un po’ noiosi (per me lo sono stati), poiché le opzioni sono limitate e i nemici si sconfiggono facilmente.
Presto però il gioco introduce nuove meccaniche, ad esempio i mostri assumono diverse pose, cambiando così la loro debolezza. Una stessa creatura infatti può essere debole ai calci in un momento, ma alle bombe in un altro. A ciò si aggiunge il fatto che per eseguire una qualunque azione bisogna premere il pulsante corrispettivo per un certo lasso di tempo, quindi è necessario pensare un po’ in anticipo quando si decide di attaccare un mostro. Un’altra meccanica introdotta successivamente sono le mosse duo, una versione potenziata delle mosse di base, più lente da eseguire, ma decisamente più devastanti. Insomma, le battaglie diventano sempre più interessanti da un punto di vista strategico, non si riducono mai a un banale spam di mosse a caso, anzi forse sono più difficili verso la fine che a inizio gioco.

Continuando con le sorprese, penso che Haven sia il primo gioco (esclusi gli Xenoblade, di quelli che ho giocato) che gira meglio in modalità dock che in portatile. Sulla TV (che nel mio caso è un monitor da PC) l’immagine è molto pulita, identica a quella che si vede nei trailer. Quando gioco in portatile invece ho notato che i personaggi erano più squadrati e le ambientazioni meno nitide.
La cosa più problematica del porting, però, sono i crash. A un certo punto ho smesso di contarli, ma il gioco si chiude molto spesso durante i caricamenti, a volte mi è successo due volte nel giro di 5 minuti. Fortunatamente appena prima di un caricamento avviene il salvataggio automatico, quindi nessun dato viene perso, però è estremamente fastidioso vederlo succedere così spesso. Credo anche di aver incontrato un glitch audio, sostanzialmente in certi momenti di gioco la musica (ottima devo dire) si interrompe o fa partire una traccia diversa, senza però che la situazione sia cambiata. Non so se sia una cosa voluta dagli sviluppatori per far intendere che ci siano delle interferenze in quel momento, ma potrebbe benissimo trattarsi di un glitch. Il gioco è sicuramente molto valido, ma questi problemi, gli ultimi due in particolare, mi fanno dubitare un po’ della versione per Nintendo Switch.
HORNY/10
Haven riesce a combinare una storia intrigante ricca di mistero, dei personaggi facilmente amabili dagli sviluppi interessanti e combattimenti sempre più strategici. Se riuscisse a non crashare ogni 5 minuti lo consiglierei caldamente a tutti.