Hades riapproda su Switch, finalmente in edizione fisica e con qualche piccola chicca per i collezionisti. L’occasione giusta per portarsi a casa uno dei giochi più clamorosi del 2020?
Un successo infernale
Chi non ha mai sentito parlare di Hades probabilmente ha fatto l’eremita in Tibet negli ultimi 6 mesi abbondanti. A settembre arrivava su PC e Switch l’ultima fatica del team californiano Supergiant Games, che già aveva messo la sua firma su giochi del calibro di Bastion, Transistor e Pyre, e i giocatori sono letteralmente impazziti per questo nuovo roguelike di ambientazione ellenica. Perfino la critica a suo tempo ha manifestato un amore profondo verso questo gioiello indipendente, amore coronato con la duplice premiazione ai Games Awards nella categoria Miglior Indie e Miglior Action. Pochi giorni fa Hades è tornato su Switch in una nuova edizione fisica che, al costo di 39€ (contro i 25 della versione digitale), porta con sé oltre a scatola e cartuccia anche un piccolo artbook contenente le illustrazioni di tutti i personaggi del gioco e un codice per scaricare la colonna sonora in alta qualità direttamente da BandCamp.

Andando proprio ad analizzare per prima cosa i contenuti dell’edizione fisica, devo ammettere di essere rimasto poco soddisfatto dell’artbook, che avrei preferito in una versione più curata, magari in un formato più grande e con un maggior numero di illustrazioni. Avrei trovato carina una sezione dedicata ai bozzetti, alle ambientazioni e ai nemici, ma bisogna ammettere che un artbook con tutti i crismi avrebbe fatto aumentare ancora di più un prezzo che tutto sommato è abbastanza in focus per un prodotto del genere. Anche perché, almeno per come la vedo io, il gioco da solo vale tranquillamente i 39€ richiesti dalla versione fisica.

A riveder le stelle
Mettiamola così: Hades è un gioco pazzesco in tutte le sue sfaccettature. Innanzitutto, quella che reputo la cosa più importante: Hades è iper divertente. Il gameplay è immediato, ma allo stesso tempo profondissimo. Siamo davanti ad un roguelite action con visuale isometrica in cui le meccaniche si mostrano a noi partita dopo partita, morte dopo morte. Lo scopo? Condurre Zagreus, figlio di Ade, fuori dagli Inferi facendo a fette centinaia di demoni, livello dopo livello. Come da tradizione del genere, ogni game over ci lascerà in dono tutta una serie di oggetti utili per rendere il nostro personaggio più “preparato” per una nuova scalata degli inferi. Il senso di “un’altra e poi smetto” è molto, molto presente: Hades crea davvero tanta assuefazione e il senso di soddisfazione dopo una partita è sempre in bilico tra il “sono stato piuttosto in gamba, dai” e il “no vabbé alla prossima lo stronco ‘sto Minotauro”.

Ovviamente, ogni partita è diversa dalla precedente, sia per la natura tipicamente procedurale della costruzione delle varie aree tipica del genere roguelike, sia perché a seconda dell’arma che sceglieremo per affrontare una nuova run o delle combinazioni di potenziamenti che otterremo stanza dopo stanza sentiremo sempre un feeling differente nel combat system. Potrei stare ore a parlarvi della raffinatezza del sistema di progressione o del perfetto bilanciamento tra le difficoltà sempre maggiori e la soddisfazione nel superarle, ma vi garantisco che il modo migliore di apprezzare queste finezze è il medesimo che vi propone il gioco stesso: buttarvi nella mischia spiegandovi giusto quei due tasti indispensabili a colpire e schivare e lasciandovi scoprire tutto quanto da soli, partita dopo partita.

Racconti dall’Oltretomba
Basterebbe il gameplay a rendere Hades uno dei titoli migliori del 2020. Ma non di solo action vive l’uomo (o il dio). Ecco quindi che gli sviluppatori hanno ben deciso di curare all’inverosimile anche l’aspetto narrativo, con dialoghi (con testi in italiano!) sempre brillanti, freschi e incredibilmente coerenti con quanto avvenuto nel corso delle run precedenti. I personaggi avranno memoria degli incontri/scontri con il nostro Zagreus e interagiranno con noi di conseguenza. Interessante anche l’introduzione di una meccanica mutuata dai Dating Sim, per la quale potremo donare del nettare ai personaggi che preferiamo per approfondire il nostro legame con loro. Ciliegina sulla torta, una simpatica componente presa in prestito dai gestionali, con la quale abbellire sempre di più la nostra anticamera degli inferi, l’hub principale nel quale potremo spendere le risorse e interagire con le altre divinità ctonie.

Insomma, il gioco ha una durata pressoché infinita e come dicevo in apertura, la rigiocabilità è il fulcro dell’esperienza e dell’assuefazione che Hades riesce a procurare, soprattutto in una console dalla natura portatile come Nintendo Switch. Il lato artistico, infine, è qualcosa di estremamente piacevole: lo stile utilizzato è peculiarissimo e piacevole a vedersi. Gli ambienti sono curati all’inverosimile, così come il design fumettistico dei personaggi e le animazoni sempre fluide (al netto di alcuni sporadici cali di frame rate, mai comunque impattanti sul lato del gameplay). La colonna sonora è pazzesca e con questa edizione potrete ascoltarla al pieno della sua qualità grazie al download incluso. Insomma, non posso che assegnare il Nintendoomed Seal of Quality ad Hades, uno dei giochi che più mi sono piaciuti negli ultimi anni. Non portarlo a casa, magari proprio in questa Collector’s Edition, sarebbe un crimine verso gli dei.
INFERNALE/10
Hades torna con una versione fisica per i collezionisti e si conferma, a distanza di mesi, come un capolavoro di giocabilità e cura dei dettagli. Puro amore su schermo.