Fire Emblem: Three Houses è il primo capitolo della longeva serie strategica di Intelligent Systems ad approdare su Nintendo Switch, nonché il primo in HD. Si tratta anche del primo gioco della serie su console fissa dal decimo capitolo (e Three Houses è il sedicesimo!), con una distanza di più di 12 anni tra i due.
Insomma, Three Houses non è semplicemente “un nuovo Fire Emblem”, anche se già questo basterebbe a renderlo interessante agli occhi dei fan della serie. Si tratta di un capitolo molto importante e che potenzialmente definirà la saga negli anni a venire.
Oggi mi trovo qui per parlarvi un po’ della mia esperienza col gioco, dopo che ho potuto provarne le prime ore.
Chiarisco fin da subito che, trattandosi di un gioco davvero molto lungo (a detta degli sviluppatori, una run dovrebbe portare via sulle 80 ore!), le mie impressioni non potranno essere molto dettagliate, ma si riferiscono solo ai primi capitoli della storia. Insomma, prendete questa anteprima più come delle impressioni “a caldo”, ma che mi riservo di ribaltare in futuri articoli a gioco concluso.
Un nuovo, vecchio Fire Emblem
Riassumendo in breve la struttura di Three Houses per chi avesse seguito meno attentamente le notizie, il gioco si divide principalmente in due fasi, che si alternano: una di vita “quotidiana”, in cui, da professori in un’Accademia Militare, ci troveremo a insegnare ai nostri allievi e a interagire con il vasto cast di personaggi, e una di battaglia, in cui svolgeremo degli incarichi affidatici dai piani alti del Monastero, con la formula collaudata di gameplay tipica di Fire Emblem.

Parliamo prima di tutto delle battaglie. I combattimenti che ho affrontato finora mi sono sembrati pressoché interamente “tradizionali”. Mi sono sentito subito a casa, come si suol dire, in quanto non sono presenti variazioni estreme rispetto ai capitoli precedenti. Questo non vuol dire che manchino le novità, naturalmente, in quanto con l’introduzione di un nuovo tipo di arma (i guanti d’arme), un sistema della magia completamente rivisto, i battaglioni, gli stratagemmi e, in generale, la maggiore flessibilità delle classi le differenze rispetto al passato abbondano. Tuttavia, queste non sono così “invasive” come si potrebbe pensare e dunque combattere in Three Houses non è così diverso da quanto lo fosse in uno qualsiasi degli altri giochi. Anzi, a dirla tutta, Echoes era molto più “alienante”, almeno all’inizio.
Per quanto riguarda il map design, per ora ho visto principalmente mappe di dimensione medio-grande e molto elaborate a livello di dettagli: è raro vedere una distesa di caselle monocromatiche, in quanto il gioco cerca di trasmettere che le mappe in cui si svolge l’azione sono, effettivamente, luoghi reali del mondo di gioco. Tuttavia, va detto che a livello strategico non sono particolarmente elaborate, insomma, nulla che faccia pensare “wow, che design interessante!”. Tuttavia, è anche vero che si tratta dei primissimi capitoli, e che dunque è normale che non abbiano chissà quale complessità (specie dato che in questo gioco ci vuole un po’ prima di poter avere unità a cavallo o volanti, per esempio). Abbiamo già visto in video e immagini ufficiali che ci saranno mappe più interessanti col tempo, quindi sono comunque positivo.
Manca anche una varietà delle condizioni di vittoria, che almeno per ora si riducono interamente a “Sconfiggi i nemici” o “Sconfiggi il boss”, ma anche qui è auspicabilmente solo questione di tempo.

La fase scolastica è invece la grossa novità del gioco, e anche quella di cui ho sicuramente più da dire.
Anche tale fase si divide a sua volta in due, in quanto i giorni da lunedì a sabato saranno solitamente dedicati all’insegnamento (con attività decise al primo giorno utile della settimana), mentre la domenica sarà adibita al “tempo libero”.
Per quanto riguarda l’insegnamento, l’atto in sé è molto semplice e immediato. Nonostante, di fatto, ogni studente possa essere allenato in qualsiasi competenza, ognuno è più o meno portato per determinate capacità, e il gioco si assicura sempre di renderlo chiaro. Sperimentare è sicuramente divertente, ma se avete paura di sbagliare vi basterà seguire i consigli del gioco e le vostre unità cresceranno per bene.
Inoltre, l’istruzione sembra donare davvero molti punti di supporto, quindi se avete un personaggio che vi piace particolarmente dategli parecchie lezioni private!
La parte veramente degna di nota è però quella della domenica. Chiunque abbia seguito le notizie man mano che venivano rivelate si sarà posto il dubbio che ci fossero un po’ troppe cose da fare: le attività presentate sono davvero molteplici, mentre i punti azione a nostra disposizione troppo pochi per poter fare sempre tutto.
Ogni domenica, infatti, potremo scegliere se esplorare il Monastero, tenere o partecipare a un seminario, fare una sortita in battaglia o semplicemente riposarci. Questa prima scelta è molto importante, in quanto se decideremo di esplorare non potremo poi andare anche a un seminario, anche qualora non usassimo tutta l’energia di quella attività.

L’esplorazione, a sua volta, offre davvero tantissime possibilità, così ampie da sembrare quasi un peccato dover rinunciare a qualcosa. Per fortuna, però, alcune azioni non consumeranno energia. Tra di esse troviamo l’interagire con i vari personaggi (un consiglio, parlate una volta al mese con tutti, dato che cambiano i dialoghi a ogni capitolo!), la pesca, il Padiglione Amiibo e, soprattutto, lo svolgimento delle missioni (a meno che, naturalmente, la missione chieda di eseguire un’azione che consuma energia!). Pesca e Amiibo a parte, parlare e soprattutto svolgere le missioni è davvero molto importante, in quanto permette di ottenere numerosi vantaggi: non solo molti oggetti, armi e punti fama, ma anche tutta una serie di bonus al sostegno e alla motivazione dei personaggi!
L’esplorazione è probabilmente una delle mie parti preferite del gioco. Il Monastero è davvero molto grande e (in apparenza) vivo, in quanto è pieno di NPC che si muovono e svolgono le loro attività. È divertente vedere di mese in mese dove si sono spostati i veri personaggi, che cosa stanno facendo e, soprattutto, cosa sta succedendo alle loro vite. Già ora posso dire di essermi affezionato alla maggior parte del cast, che da quel poco che ho visto ha le potenzialità per essere uno dei migliori della serie (ma ne parleremo meglio a tempo debito).
Inoltre, il gioco fa un ottimo lavoro, introducendo di volta in volta nuove aree e attività disponibili, anziché buttare subito il giocatore nel bel mezzo della totalità delle opzioni possibili. Se avete paura che vi troverete sperduti tra 20 alternative fin da subito, state tranquilli: le missioni secondarie vi guideranno pian piano, facendovi provare un po’ tutto ciò che ha da offrire il Monastero e rendendovi così in grado di scegliere di volta in volta ciò che più vi sembra importante.

La limitazione di una sola attività (esplorazione, seminario, battaglia o riposo) è sì un po’ pesante, ma meno di quanto inizialmente pensassi. Come già detto, le conversazioni coi personaggi e le missioni sembrano rinnovarsi a ogni nuovo mese, e quindi basta fare attenzione a completare tutto in un’unica “sessione” per non aver più bisogno di esplorare per il resto del mese (anche se alcune attività sono utili anche da ripetere, come ad esempio i corsi di aggiornamento o l’invito a prendere un tè).
Di fatto, quindi, è possibile svolgere dalle due alle tre attività diverse a capitolo, consentendo di non fare troppi sacrifici. È importante però fare sempre molta attenzione alla Motivazione degli studenti: non esitate a rinunciare ad andare a combattere se può servire a evitarvi una settimana di insegnamento buttata.
Non solo gameplay
Dopo aver parlato di tutto ciò che è più “pratico”, vorrei concludere questa anteprima con un po’ di considerazioni su altri ambiti che comunque influiscono sul prodotto finale.

In primis, non posso ignorare la trama del gioco che, fin dal primo momento, si è presentata come molto interessante e, almeno in apparenza, molto meglio pianificata di quella degli ultimi capitoli della serie. Il gioco ci tiene davvero molto a rendere chiaro che il world-building è forte e attento e che il continente di Fódlan ha alle spalle una lunga storia, con eventi che sembrano esistere non per dare semplicemente informazioni “bonus”, ma che influiscono in un modo o nell’altro sulla storia e/o sui personaggi.
La progressione narrativa sembra essere ben gestita, in quanto la storia non parte subito in quarta, ma nemmeno costringe il giocatore ad affrontare ore di missioni senza alcuna importanza. Gli eventi sono tutti importanti sia per il disegno di trama più ampio sia per la crescita dei personaggi (e intendo proprio la maggior parte del cast, non solo i protagonisti).
Per il momento, ho l’impressione che le vicende del gioco si muovano su due piani paralleli: uno più terreno, legato alle vicende politiche del continente, e uno più alto e ultraterreno, che coinvolge i miti e le religioni di questo mondo. Non è detto che essi poi non si uniscano, e anzi, ciò è molto probabile, ma apprezzo questo focus parallelo su entrambe le questioni.
Il cast di personaggi, nonostante sia piuttosto ampio, sembra essere molto ben delineato: non solo, come già detto, sembra proprio che i più siano almeno parzialmente importanti per la trama, ma le occasioni che hanno di parlare sono davvero molteplici. Almeno per quanto riguarda gli studenti della casa che ho scelto, non è passato un capitolo senza che abbiano avuto almeno alcune battute nelle scene di trama (cosa che, per un Fire Emblem, è già tanto), e questo vale anche per alcuni degli altri studenti e dei membri dello “staff” del Monastero e dei Cavalieri. Come se non bastasse, a questo vanno aggiunti i numerosissimi dialoghi opzionali, da quelli brevi dei level-up a quelli ben più lunghi di occasioni come il tè pomeridiano o le conversazioni mensili.
Inoltre, ogni personaggio che fa parte del nostro esercito avrà una pagina, all’interno del suo profilo, dedicata interamente a descriverlo, con perfino una breve cronologia degli eventi del suo passato.

Il tutto culmina naturalmente nel sistema dei sostegni, ossia delle conversazioni tra due personaggi, una volta accumulati abbastanza punti di sostegno, appunto.
Con l’esclusione del nostro Avatar, che potrà avere un sostegno con ogni personaggio del gioco (a parte alcuni che, a quanto pare, sono proprio esclusi da questa meccanica), gli altri personaggi possono solitamente avere delle conversazioni con gli altri membri della loro classe (se studenti) e con una serie di altre unità di altre classi o non-studenti. Tuttavia, non tutti potranno arrivare a livello A, in quanto esistono alcune coppie che possono avere solo due conversazioni, fermandosi a livello B. Una buona soluzione per evitare di scrivere un numero enorme di dialoghi, magari anche forzandone alcuni.
Tali conversazioni variano molto per quanto riguarda tono e argomenti, ma ho notato che per lo più tendono a essere piuttosto serie o, comunque, a rivelare importanti parte del background di quei personaggi e, indirettamente, della lore del gioco. Sono davvero molto interessanti e, grazie a esse, posso dire di avere già qualche nuovo personaggio inaspettato nella mia lista dei preferiti (parlo di te, Dedue). Vi consiglio di cercare di leggerne il più possibile!
Infine, ritorna l’opzione di un sostegno S, che nei precedenti titoli che lo hanno presentato equivaleva solitamente al matrimonio, o quanto meno all’instaurazione di una relazione romantica di qualche tipo. Al momento non ho ancora potuto provarne uno, ma dall’elenco dei sostegni raggiungibile dal menu principale ho potuto vedere che… sembrerebbero essere un’esclusiva dell’Avatar. Gli altri personaggi, infatti, tra loro possono raggiungere al massimo il livello A. Non è detto naturalmente che ciò non possa cambiare andando avanti, ma è importante tenerne conto.

Inoltre, saranno presenti anche delle opzioni romantiche omosessuali, cosa che molti si auguravano tornassero dopo il timido tentativo in Fates. Anche stavolta, in realtà, si tratta di fatto di personaggi bisessuali (in quanto possono “sposarsi” a prescindere dal genere del protagonista), e sono 3 per i maschi e 5 per le femmine. Non sono molto contento della disparità nel numero, ma posso capirne il motivo (non dirò di più perché tra voi c’è sicuramente chi preferisce scoprirne le identità da solo!). Tuttavia, trovo anche che la selezione femminile sia in generale un po’ più “interessante”, ma alla fin fine dipende tutto dal gusto personale in queste faccende.
Nulla da dire invece sull’ambito musicale: come da tradizione, anche qui la colonna sonora sembra essere di alto livello, almeno per quanto ho ascoltato finora. Spero solo che le tracce musicali varino spesso, in quanto il tema dell’esplorazione risuona molto a lungo, essendo essa la fase che consuma più tempo, e dunque mi auguro che essa cambi ogni tot capitoli.
Per quanto riguarda il profilo tecnico, invece, il gioco non è sicuramente perfetto, ma trovo comunque che il risultato finale sia piacevole sia in dock che in portatile, benché in quest’ultima modalità si notino un po’ di più i difetti tecnici.
L’unico problema che potrei dire di aver notato riguarda invece i comandi, che a volte mi sembrano un po’ poco comodi e macchinosi. Ad esempio, in alcune sezioni di gioco non è possibile visualizzare alcuni menu, come quello del profilo dettagliato del personaggio, che invece potrebbero essere utili, ad esempio in battaglia. Nulla comunque che impedisca di godersi il gioco.
L’incarico inizierà il 26 luglio
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Per il momento, non posso che limitarmi a darvi il vostro incarico per questo mese: restate in attesa di maggiori aggiornamenti, e intanto, se siete già stati convinti, andate a prenotare la vostra copia del gioco. Sembra proprio che ne valga la pena!
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