Con l’uscita della demo di Disgaea 6: Defiance of Destiny, il nuovo titolo della serie SRPG di Nippon Ichi Software (NIS), ho pensato di dare una seconda possibilità a una serie che sulla carta dovrebbe piacermi tantissimo, ma in pratica non è mai riuscita a catturarmi. Tempo fa, infatti, ho giocato molto a Disgaea 5, apprezzandone le meccaniche ma trovando il contenuto esagerato dal punto di vista della quantità.
Esagerazione è la parola chiave quando si parla di Disgaea, infatti è presente in ogni frangente dei suoi giochi, dalla storia e personaggi, che fanno da parodia degli stereotipi shounen, al gameplay. In Disgaea è possibile far salire i personaggi a livelli davvero alti, come 9999, e far raggiungere loro statistiche semplicemente fuori scala. Tutto questo è fatto principalmente con uno scopo goliardico appunto, per prendere in giro quelli che sono stereotipi del genere, ma per me in Disgaea 5 ha anche portato al problema che ci fossero troppe cose da fare. C’era da fare grinding per ogni cosa, aumentare il livello dei personaggi, degli oggetti, ottenere nuovi equipaggiamenti e abilità, resettare il livello per poter ricominciare il grinding e così via. Insomma, godersi tutto quanto quello che il gioco ha da offrire richiede un quantitativo di tempo che io semplicemente non ho a disposizione, quindi arrivato a un certo punto l’ho abbandonato.

Insomma, non è la più rosea delle premesse, ma come ho detto il gameplay generale l’ho apprezzato tantissimo, ha meccaniche classiche del genere unite ad altre caratteristiche uniche che sinergizzano molto bene tra loro. L’elemento che più mi è piaciuto è il punteggio assegnato a fine mappa, che spinge il giocatore a creare delle combo particolari in modo da massimizzare il punteggio e ottenere quindi le fantastiche ricompense. Una particolarità di Disgaea è che i personaggi non agiscono uno alla volta durante il turno, ma prima il giocatore assegna a ognuno un’azione e poi queste vengono eseguite in sequenza, permettendo anche di spostare i nemici in giro per la mappa e farli colpire dagli alleati più lontani. È un tipo di strategia diverso da quello che si vede magari in Fire Emblem o Final Fantasy Tactics, ma sicuramente altrettanto divertente e intrigante. Per questo ho pensato di dare comunque una seconda possibilità alla serie, magari stavolta riuscirò ad affrontare meglio il grinding estremo.

Disgaea 6 sembra seguire generalmente la formula che già si è vista nel quinto capitolo, anche se già dai primi annunci si sono viste delle novità. La prima e più importante sta nello stile grafico, che è passato dai modelli bidimensionali a quelli completamente in 3D e cel-shading. NIS ha anche pensato bene di alzare il livello massimo a 99.999.999, con HP e SP che raggiungono i 10 quadrillioni (per intenderci 10^16) e le altre statistiche che si fermano a “”””solo”””” 100 miliardi. Giusto per venirmi incontro riguardo il grinding. Grazie tante NIS (NB: nella demo il livello massimo è 9999).
La particolarità di Disgaea, poi, è che il grinding non è una cosa banale, anzi ci sono molti passaggi da seguire per migliorare i propri personaggi. Pensate solo che una delle guide al farming che ho trovato in giro dura una cosa come 43 minuti.
Fortunatamente buona parte del processo può essere automatizzata, vi basterà lasciare la vostra console per una notte o due a ripetere la mappa apposita. Già, c’è una mappa apposita per farmare, pensate che pure i dialoghi del gioco la definiscono così. Viene da chiedersi se non sia meglio andare a minare criptovalute a questo punto, ma non divaghiamo. La cosa positiva è che posso livellare i personaggi mentre scrivo questo articolo.
Ho apprezzato inoltre moltissimo il passaggio dagli sprite 2D ai modelli 3D. In Disgaea 5 era un po’ strano guardare quei pezzi di carta che andavano in giro per un ambiente tridimensionale, che sia l’hub del Netherworld o le mappe dei combattimenti. Dove però si nota di più il salto con Disgaea 6 è nelle animazioni di combattimento, decisamente più corpose, bella da vedere e soprattutto tamarre rispetto a prima. Per un gioco il cui obiettivo è essere il più esagerato possibile la tamarria è essenziale.

Insomma, la demo mi sta piacendo abbastanza, anche se comunque mancano ancora molti contenuti rispetto al gioco completo, in cui il grinding sarà ancora più estremo, ma speriamo anche più divertente. In particolare non vedo l’ora di provare l’item world, che nella demo non è disponibile, ma vedremo il 29 giugno nel gioco finale che inferno sarà. Ora scusate, ma il mio Nintendo Switch si sta per scaricare dopo tutto il grinding.